Siria: Alvin rimpatriato da al-Hol grazie al lavoro della Croce Rossa
Un bambino albanese, Alvin, si riunirà con la sua famiglia in Italia domani, a seguito di un riuscito sforzo di rimpatrio che ha coinvolto la Mezzaluna Rossa siriana, la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa Mezzaluna Rossa (IFRC) e diverse autorità.
Alvin viveva nel campo di al-Hol, nel nord della Siria. È stato portato lì da sua madre nel 2014 che, successivamente, è stata uccisa durante i combattimenti.
Questa mattina Francesco Rocca, Presidente dell’IFRC e della Croce Rossa Italiana, ha accompagnato il bambino dalla Siria al Libano: “Vorrei ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti per garantire il sicuro ritorno di Alvin dal campo di al-Hol alla sua famiglia in Italia. In particolare, voglio ringraziare la Mezzaluna Rossa siriana e il suo Presidente, Khaled Hboubati, per gli enormi sforzi che sono stati fatti per facilitare questo rimpatrio e per l’enorme dedizione che ha dimostrato e continua a mostrare nella sua risposta alla crisi umanitaria in corso in Siria”.
Secondo le autorità, oltre 100.000 persone vivono nei campi nel nord della Siria, di cui 68.000 nel solo campo di al-Hol. Ciò include circa 28.000 bambini provenienti da oltre 60 paesi diversi.
“Questa notizia è positiva, ma è a malapena una goccia di sollievo in un oceano di sofferenza. Chiediamo ai governi nazionali degli stranieri presenti nel campo e a tutte le parti interessate – sottolinea Francesco Rocca – di agire in modo da alleviare la sofferenza di un gruppo di persone molto vulnerabili. Idealmente questo approccio consentirebbe alle persone di essere valutate caso per caso”.
“Siamo consapevoli della complessità della situazione. Ci sono preoccupazioni legittime sollevate dai governi. Tuttavia, questi timori devono essere bilanciati con la necessità di trattare le persone umanamente. Le notizie di oggi dimostrano che, con volontà politica, una soluzione è possibile”, ha concluso Rocca.
Khaled Hboubati, presidente della Mezzaluna Rossa siriana, ha dichiarato:
“Riconosciamo l’importanza del nostro dovere di ripristinare i legami familiari. Non risparmiamo sforzi per far fronte a questa responsabilità oggi e in futuro, parallelamente alle altre responsabilità umanitarie che ci assumiamo. Il nostro obiettivo è alleviare la sofferenza delle persone più vulnerabili in Siria, lavorando a stretto contatto con i nostri partner”.
Il presidente IFRC-CRI, Francesco Rocca, ha esortato i media a garantire che, al ragazzo e alla sua famiglia, siano concessi tempo e spazio per riprendersi dal loro calvario: “Apprezzo molto l’interesse per questa storia. Ma ora che è al sicuro, facciamo guarire questo ragazzo e la sua famiglia “.