Il dramma crescente delle persone in fuga dal Myanmar

 

Il dramma crescente delle persone in fuga dal Myanmar
© IFRC – International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies

Una crisi, la seconda della regione in pochi mesi, che sta assumendo dimensioni epocali. La fuga dal Myanmar della popolazione di etnia Rohingya, minoranza musulmana, è iniziata ad agosto ed è ancora in corso. Sono oltre 400mila, secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, i profughi partiti dalla regione di Rakhine, nello stato birmano, con l’obiettivo di oltrepassare il confine con il Bangladesh. Per loro, si aprono scenari di un futuro incerto e sempre più precario. Anche il Presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, ha preso una posizione molto ferma sull’argomento: “Ci troviamo – ha detto – di fronte al più grande spostamento di popolazione dalla Seconda Guerra Mondiale. È imperativa un’azione umanitaria globale per proteggere le persone in cerca di salvezza”. Questa è la storia di Rehana e della sua famiglia, raccontata dal sito web della Federazione della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.Quando Rehana Begum, 20 anni, è fuggita verso il Bangladesh dal Myanmar, era incinta di due gemelli. Una volta superato il confine, ha trascorso tre giorni sulle montagne e altri due dormendo sul lato della strada. Il giorno in cui è arrivata nel campo di Unchiprang, un insediamento non ufficiale per i nuovi arrivati, ha messo al mondo un maschio e una femmina. Il neonato è morto durante il parto e il marito di Rehana, Sulaiman, ha dovuto seppellirlo in una tomba senza nome, nel fango, vicino alla loro tenda. 

 

Rehana e Sulaiman hanno anche un altro figlio di tre anni. La piccola famiglia vive in una tenda senza cibo o acqua e la mamma, esausta, prega ogni giorno che arrivino gli aiuti. Non sa come potrà aver cura della bimba appena nata e come affrontare la perdita di suo figlio. Quella di Cox’s Bazar è una delle più gravi crisi umanitarie verificatesi da decenni nella regione. Più di 415mila persone sono fuggite dallo stato di Rakhine, in Myanmar, arrivando in Bangladesh in condizioni disperate. Poiché questi insediamenti casuali crescono a causa dei pesanti flussi dei nuovi arrivi, le priorità più urgenti da affrontare sono l’accesso ai rifugi, all’acqua, ai servizi sanitari, al cibo e alle cure. I volontari e lo staff della Mezzaluna Rossa del Bangladesh sono sul campo, facendo tutto quanto in loro potere per dare supporto alle persone che arrivano. La Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha rinnovato l’emergency appeal per 12,7 milioni di franchi svizzeri al fine di aiutare la Mezzaluna Rossa del Bangladesh a rispondere ai bisogni più urgenti dei 100mila nuovi arrivi, tra cui cibo, rifugi e salute. La Federazione, inoltre, sta cercando con urgenza nuovi fondi per potenziare l’appello, in collaborazione con gli altri attori.

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