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Migrazioni. Rocca: la storia di Ogah sembra una favola ma è una realtà di riscatto possibile

 

Migrazioni. Rocca: la storia di Ogah sembra una favola ma è una realtà di riscatto possibile
© Adriano Valentini/Croce Rossa Italiana

 

Non bisogna mai smettere di lottare per un mondo migliore, una vita dignitosa e che rispecchi i nostri desideri. Ci vuole coraggio, altruismo e speranza. Questa riflessione me la conferma la storia di John Ogah, che sembra una favola e che, come per ogni racconto che si rispetti, da iniziali peripezie giunge al riscatto e al tanto agognato “lieto fine”. Ma partiamo, appunto, da questo epilogo positivo. La sera di Pasqua, il trentunenne nigeriano migrante è stato battezzato nella Basilica di San Pietro nientemeno che da Papa Francesco, il quale ha voluto accogliere il suo desiderio: il sogno di un ragazzo credente che ha vissuto le difficoltà della fuga dal suo paese dove era perseguitato nel 2014 e il dramma di un viaggio che, sappiamo bene, molti non riescono a portare a compimento. Suo padrino il comandante della Compagnia Carabinieri di Roma Casilina, che ne ha riconosciuto il coraggio e l’abnegazione e ha preso a cuore la sua vicenda personale. Perché John Ogah è un eroe: lo scorso 26 settembre l’uomo, che per vivere chiedeva l’elemosina davanti a un supermercato di Centocelle, nella periferia di Roma, ha affrontato con sangue freddo un uomo armato di mannaia che aveva appena rapinato il negozio. Ogah lo ha disarmato e poi seguito fino allo scooter con cui stava per darsi alla fuga, bloccandolo e permettendo alle Forze dell’Ordine di arrestarlo. Dopo avere affrontato il rapinatore, il coraggioso nigeriano si era dileguato, perché non perfettamente in regola con i documenti, ma i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma lo hanno rintracciato e il suo gesto eroico è stato premiato con l’ottenimento del permesso di soggiorno per un anno. Da lì la sua vita è cambiata. Da qualche mese ha un lavoro stabile presso la Croce Rossa Italiana. Inoltre ha una casa e, sempre grazie alla nostra Associazione, sta perfezionando lo studio dell’italiano.Sono orgoglioso di John e felice che lavori per la nostra Associazione. E sono lieto che, ogni tanto, le difficili storie delle persone migranti siano narrate senza strumentalizzazioni e nella modalità giusta: quella di percorsi umani fatti di difficoltà, ma anche di riscatto e speranza. Perché dietro a coloro i quali si vogliono far passare soltanto come scomodi “numeri” ci sono persone e, talvolta, anche eroi!

 
Lo ha scritto Francesco Rocca, presidente CRI e IFRC, sul sito ufficiale www.francescorocca.eu

Categorie: News

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