“Da Lampedusa a Cutro, per arrivare fino alle stragi nel mare che in tutto il mondo hanno distrutto e distruggono speranze e sogni, ripartiamo per restituire dignità all’accoglienza, per ribadire la centralità di ciascuna vita spezzata proprio in quei viaggi che dovrebbero dare un presente e un futuro migliori a chi soffre a causa di guerre, disastri, crisi sanitarie; l’Umanità è l’unico fattore che conta e che può aiutare la comunità internazionale e i media che si occupano di migrazioni a superare la logica dei numeri e a focalizzarsi sulle persone”. Lo ha dichiarato oggi il Presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, istituita nel 2016 a tre anni di distanza da quel 3 ottobre del 2013 in cui, in un naufragio al largo dell’isola di Lampedusa, persero la vita 368 persone.


“Dieci anni dopo il naufragio dell’Isola dei Conigli – ha aggiunto Valastro –, quanto accaduto a Cutro ci ha riportati prepotentemente davanti ad un fatto incontrovertibile: per far sì che queste stragi possano essere evitate, è necessaria una risposta globale, costruita sulle esigenze delle persone. Solo rispondendo ai bisogni e guardando alle cause che spingono migliaia di persone a rischiare il tutto per tutto in pericolose traversate via mare, riusciremo a salvare le vite di migliaia di donne, uomini, bambine e bambini che vedono nella migrazione l’unica via”.
Nel 2024, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), è stato registrato il più alto numero di morti lungo le rotte migratorie. Sono quasi 9mila (8.938) le persone che hanno perso la vita, 2.452 delle quali nel Mar Mediterraneo.
Tra le vittime, tantissimi minori. Negli ultimi dieci anni, stando alle stime dell’UNICEF, circa 3.500 bambine, bambini e adolescenti sono morti o scomparsi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale. Un bambino al giorno ha perso la vita mentre cercava di raggiungere un altro Paese.

