Sono trascorsi nove anni dal 24 agosto del 2016, giorno che segnò per sempre la vita di molti abitanti del centro Italia e quella di tutta la comunità nazionale. Alle 3:36 ci fu la prima scossa di terremoto alla quale seguirono altre forti repliche nei mesi successivi. Una serie di eventi sismici di forte entità, con i territori della valle del Tronto e dei monti Sibillini colpiti duramente: Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto furono le cittadine più colpite. Case, scuole, strutture e infrastrutture ridotte a cumuli di macerie, distruzione ovunque. 303 vite spezzate, quasi 400 i feriti, più di 230 le persone estratte vive dalle macerie.

“La risposta della Croce Rossa Italiana fu immediata. L’aiuto alle persone sopravvissute a quei tragici momenti, la ricerca dei sopravvissuti, l’assistenza a chi aveva perso tutto: ricordi e sacrifici di una vita, affetti, abitudini, sogni. Ogni cosa era stata strappata via. Dare sostegno, coraggio, speranza a migliaia di persone non fu facile ma subito, attraverso il lavoro di Volontarie e Volontari, cercammo di far capire a chiunque stesse soffrendo a causa degli effetti del sisma che non avremmo lasciato solo nessuno. A distanza di nove anni, il nostro impegno è più che mai tangibile. La Croce Rossa Italiana, anche grazie al supporto dei donatori, ha realizzato nell’area colpita dal sisma 13 strutture, donandole alla popolazione. A queste si aggiungeranno presto altre tre opere destinate alle comunità di Camerino, Arquata del Tronto e, per ultima, Amandola, la cui prima pietra è stata posata a maggio scorso. Possiamo dire, con orgoglio, di aver tenuto fede al nostro impegno con la popolazione: c’eravamo, ci siamo e ci saremo”, ha detto Rosario Valastro, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana, in occasione della data che ricorda al nostro Paese i terribili momenti del sisma del centro Italia.