Giornata Internazionale delle donne, CICR: aiutare le donne ad avere il destino nelle proprie mani
Ginevra (CICR) – Nonostante la maggioranza delle persone disperse a causa di un conflitto armato siano uomini, le madri, le mogli e gli altri membri delle famiglie che hanno lasciato soffrono enormemente e devono spesso affrontare numerose difficoltà. In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, il Comitato Internazionale di Croce Rossa (CICR) lancia un appello per una maggiore azione nell’aiutare queste donne, capendone gli specifici bisogni e ridando loro dignità e speranza, enfatizzando la responsabilità delle parti in conflitto nella ricerca dei dispersi e nel fornire informazioni ai familiari.”Donne di tutto il mondo hanno dimostrato una straordinaria capacità di superare le avversità e di prendere il destino nelle proprie mani” ha detto Maria-Teresa Garrido Otoya, adiviser del CICR sulla questione donne e conflitto. “Anche con poche possibilità, riescono a trovare modi innovativi ed efficaci per provvedere alle necessità di se stesse e dei loro familiari”. Oltre all’angoscia di non sapere cosa sia successo ai loro mariti, figli o parenti, le donne e le ragazze in queste situazioni tipicamente affrontano difficoltà pratiche che possono scoraggiare. Perché in molti casi hanno perso chi guadagna il pane in famiglia e lottano per offrire alle loro famiglie necessità di base come il cibo e l’istruzione per i loro bambini. “Fronteggiano inoltre sfide di tipo legale e amministrativo come, ad esempio, rivendicare la proprietà dei loro mariti o il diritto all’assistenza pubblica per attenuare le difficoltà economiche familiari”, ha detto Garrido Otoya. “Inoltre sono spesso stigmatizzate nelle loro comunità. Per esempio: non sapendo neanche se i loro sposi siano vivi o morti, molte non si vestono o non si comportano da vedove. Le loro comunità sono incapaci di capire il perché del loro comportamento e le lasciano senza alcun tipo di aiuto”.Il CICR si sforza di fornire un aiuto ad ampio spettro al fine di venire incontro agli specifici bisogni di queste donne che hanno perso i loro cari. In Libia le famiglie ancora contattano quotidianamente l’organizzazione, nella speranza che le possano aiutare a scoprire che fine abbiano fatto i loro cari. In Iraq il CICR aiuta le donne i cui mariti sono dispersi supportandole nell’allestire piccole attività economiche, come negozi o lavorare come parrucchiere. In Nepal, il CICR svolge attività di counselling ed aiuta nella creazione di gruppi per alleviare lo stress e la difficoltà di moglie e di madri con esperienze di parenti dispersi. Nei gruppi di supporto le donne stando insieme sono capaci di condividere la loro sofferenza, alcune volte anche quando esse o le loro famiglie erano chiaramente schierate nelle parti opposte del conflitto. Devisara e Laxmi sono due donne nepalesi apparentemente di due schieramenti non alleati, ma unite nel dolore. “Per giorni abbiamo camminato da sole” ha detto Devisara. “Ora camminiamo in cerca di giustizia in quanto entrambe vittime del conflitto. Questo è ugualmente bello. Condividiamo il dolore l’una con l’altra”. Laxmi concorda che non dovrebbero perdere la speranza e che devono andare avanti. In base al Diritto Internazionale Umanitario, ognuno ha il diritto di sapere cosa è successo ai propri parenti dispersi. E’ responsabilità delle parti in conflitto ricercare i dispersi e fornire informazioni alle famiglie sulla loro sorte e tale obbligo continua anche dopo la fine delle ostilità. Le autorità sono inoltre obbligate a venire incontro ai bisogni delle famiglie. Il modo più efficace ed appropriato per farlo è dare alle donne il titolo di capofamiglia con gli strumenti per badare a se stesse ed arrangiarsi anche senza un aiuto esterno.