Da quattro anni Franco si sveglia ai piedi di uno dei più imponenti monumenti di Roma, l’Ara Pacis. Ogni sera assembla il suo letto, fatto di cartoni e di un sacco a pelo, pronto per essere smontato la mattina seguente. “Non è la notte l’aspetto più duro del vivere per strada. Le cose diventano difficili quando piove. Si bagna tutto, non posso muovermi”, ci racconta. Franco ha 59 anni e un forte accento romano. È finito in strada dopo una serie di eventi: “I miei genitori sono morti, mio fratello era invalido al 100%, ho perso il lavoro e siamo stati sfrattati. Purtroppo, lui non ha retto: si è suicidato qualche mese fa”.
È venerdì sera e l’aria, anche se siamo a gennaio, non è troppo fredda. “Fortuna che il tempo è clemente in questi giorni” ci dice Franco. I volontari della Croce Rossa Italiana del Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale lo conoscono bene. Due volte a settimana, con il servizio dell’Unità di Strada, lo incontrano, gli offrono indumenti, cibo, ma soprattutto il conforto di una chiacchiera. A volte racconta quello che gli è accaduto nei giorni precedenti, altre volte chiede semplicemente qualcosa da mangiare. Stasera Franco ha bisogno di un paio di pantaloni: “È un sollievo avere qualcuno da aspettare la sera, qualcuno per cui non sei invisibile, che ti dà una mano e che trascorre del tempo con te”.
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Ma come si svolge una serata con l’Unità di Strada? Si parte dalla preparazione del tè: “Che è anche uno strumento per approcciare le persone che andiamo a trovare” ci spiega Andrea Vessi, volontario del Comitato. A turno si ricopre il ruolo di capo squadra e stavolta tocca a lui. È il primo ad essere arrivato in sede: scalda l’acqua e prepara gli indumenti da portare: “Gli utenti vedono l’uniforme, ci riconoscono e si fidano di noi”. Mentre ce lo racconta arriva il resto della squadra. Iniziano a raccogliere tutto ciò che dovranno distribuire. “Abbiamo giacche, felpe, maglioni, pantaloni, intimo. Scarpe, che per loro sono molto importanti, e kit igienici” ci spiega Francesca Nicolai, anche lei volontaria.
Ormai i volontari conoscono ogni angolo buio della Capitale e quasi tutte le persone che dormono in strada. Organizzano il percorso a tappe: ogni tappa dell’Unità di Strada corrisponde a uno o più beneficiari. Eppure ogni uscita ha la sua dose di imprevedibilità: “Capita spesso che, passando con il mezzo, notiamo in un parco o in una vetrina di un negozio una persona che qualche giorno prima non c’era. Allora ci fermiamo, cerchiamo di fare conoscenza e capire di cosa possa aver bisogno”, continua Andrea. E infatti, in una traversa di Trastevere, incontriamo Emilio. Dopo una prima presentazione, Emilio prende il cibo che gli viene consegnato. Si sbriga a metterlo nello zaino prima che la sua cagnolina, Lucy, possa sentirne l’odore. Viene dalla Puglia e dorme nella sua macchina, ormai ferma nello stesso parcheggio da un po’. Ogni giorno gira la città in cerca di qualche lavoretto da poter fare. Ci chiede se possiamo trovargli un posto dove poter dormire e che accolga anche gli animali: “La Croce Rossa Italiana offre il servizio Better Shelter, per l’accoglienza di persone senza dimora, in via Ramazzini – le risponde Francesca – ti mettiamo in contatto con un operatore per essere inserito nella lista delle persone che fanno richiesta. Potrai portare Lucy con te”. Salutiamo Emilio, che nel frattempo ha cominciato a mangiare.
Ripartiamo direzione via Del Corso. Durante il tragitto si confrontano sulle persone che potrebbero trovare lungo la strada. Scendono. Alcuni utenti si sono spostati, altri, come Valerio, stanno girovagando per il centro. Roberto, invece, è al solito posto. Seduto insieme a Zeus, il suo labrador, nella rientranza di un negozio. Ha 45 anni e viene da Trapani: “Ho perso il lavoro e poi anche il reddito di cittadinanza. Non ho più potuto pagare casa e sono finito in strada”. Ha lo sguardo spento, fiaccato dalla vita: “È complicato vivere così. Trovare ogni giorno un posto dove lavarmi, dover fare sempre attenzione che la valigia dove tengo tutte le mie cose non venga rubata”. Francesca e Andrea scambiano due chiacchiere con Roberto mentre gli altri portano Zeus a fare una passeggiata. Prima di salutarlo si lascia andare a una confessione amara: “Eh, il futuro… Lasciamo perdere va. Prendiamo quello che viene”. E poi si rivolge ai volontari, già pronti a ripartire dopo l’ultimo saluto a Zeus: “Siete i numero uno”.
Sono 96 le Unità di Strada della Croce Rossa Italiana attive su tutto il territorio nazionale. Operano in rete con le altre associazioni del territorio e con il supporto della cittadinanza solidale e attiva per garantire un aiuto sempre più attento e capillare.
L’Unità di Strada della Croce Rossa Italiana si sviluppa intorno ad attività di supporto socio-sanitario con l’obiettivo di contrastare le solitudini, favorire percorsi di inclusione sociale e garantire un supporto concreto a chi ha più bisogno. Oltre al servizio di distribuzione cibo, bevande calde e kit per l’igiene personale, assistenza sanitaria di base, supporto psicosociale e orientamento ai servizi del territorio, i volontari e gli operatori della CRI lavorano sull’ascolto attivo e sul bisogno di re-integrazione di queste persone che, oltre a non avere un riparo sicuro, vivono in una condizione di grave emarginazione e isolamento sociale. In alcuni casi, chi ha un animale con sé può anche ricevere l’assistenza di un veterinario.
SE VUOI SUPPORTARE L’ATTIVITÀ DELLE UNITÀ DI STRADA DELLA CROCE ROSSA ITALIANA VAI SU: https://cri.it/le-unita-di-strada-della-croce-rossa-italiana