Un disastro silenzioso che riguarda tutti. Valastro: "Consapevolezza strumento di cambiamento per un futuro sostenibile"

La mancanza di risorse idriche è un problema concreto che ha appena iniziato a manifestarsi, seppur in misura diversa, in ogni parte del Pianeta. Secondo il rapporto Global Drought Snapshot – pubblicato a dicembre 2023 dal Segretariato della Convenzione ONU per la lotta alla desertificazione (UNCCD) – il fenomeno della siccità è un’emergenza senza precedenti su scala planetaria.

La base ecologica che consente la vita sulla Terra si sta riducendo e diversi Paesi stanno già sperimentano gli effetti della siccità aggravata dal surriscaldamento globale. Secondo il rapporto dell’UNCCD, infatti, si tratta di un vero e proprio “disastro silenzioso” capace di danneggiare diversi settori produttivi e incidere gravemente sulla nostra salute e sicurezza. Si prevede che almeno 120 milioni di persone patiranno la siccità estrema anche se le temperature globali saranno limitate a 1,5°C. L’85% della popolazione che ha fatto di meno per causare la crisi climatica, inoltre, è proprio quella che oggi ne subisce le conseguenze più gravi. Si tratta dei Paesi a basso e medio reddito dove la siccità sta causando rischi per la sicurezza alimentare, carestie, conflitti per l’acqua e migrazioni.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Il nostro Paese è potenzialmente tra i più ricchi d’acqua, eppure questa disponibilità si sta progressivamente riducendo. Nella mappa globale dei Paesi a rischio per la riduzione delle risorse idriche c’è, infatti, anche l’Italia che da una parte disperde troppa acqua potabile, dall’altra vede gradualmente le proprie risorse ridursi a causa della crisi climatica che porta alla diminuzione delle scorte idrologiche a nostra disposizione. Nel 2024, grazie ad un forte aumento delle piogge e delle nevicate sull’arco alpino, per la prima volta dopo due anni di deficit, si è registrato un incoraggiante +42%. Eppure questi numeri non sono sufficienti se consideriamo che al di sotto dei 1800 metri d’altitudine continua ad osservarsi una preoccupante mancanza di neve.

Ai fattori ambientali si aggiunge l’enorme problema della dispersione. Secondo l’ISTAT, infatti, durante il periodo 2018-2022, ogni 100 litri d’acqua immessi nel nostro sistema idrico ben 42 andavano persi senza arrivare ai rubinetti delle case. Alle difficoltà della rete idrica si unisce, inoltre, il fattore spreco legato alle abitudini dei cittadini. L’Italia risulta essere il Paese che consuma più acqua in Europa: circa 120-150 metri cubi in media per ogni famiglia in un anno, con un consumo medio giornaliero individuale di circa 220 litri d’acqua al giorno. 


Cosa possiamo fare per limitare gli sprechi e intervenire in modo efficace sul fenomeno?
Da una parte occorre investire su nuovi strumenti che garantiscano una gestione più efficiente da parte delle autorità, dall’altra è importante sensibilizzare i cittadini a un uso corretto delle risorse. Occorre puntare sia sulle azioni dei singoli individui sia sull’intervento delle intere comunità partendo da una strategia nazionale integrata per monitorare i bacini idrografici e investire su soluzioni tecniche che favoriscano il ripristino della funzionalità ecologica del territorio e il riuso delle acque reflue in ambito irriguo.

“Ognuno di noi, modificando le proprie abitudini, può fare la propria parte per il pianeta. Mettendo in atto pratiche semplici ma importantissime, possiamo tutelare non solo la nostra salute e la nostra sicurezza ma soprattutto quelle delle generazioni di domani. L’uso corretto delle risorse idriche fa parte di queste pratiche. La consapevolezza è uno strumento di cambiamento, un mezzo per costruire un futuro più sostenibile”. Le parole di Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana.

Prendersi cura del Pianeta, oggi più che mai, significa prendersi cura anche della nostra salute. Un messaggio che la Croce Rossa Italiana porta avanti da tempo con la campagna di sensibilizzazione Effetto Terra.

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