Lo scorso 23 aprile si è tenuta ad Oslo la 1ª Conferenza degli Stati firmatari della “Dichiarazione politica sul rafforzamento della protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso di armi esplosive in aree popolate”, chiamata anche “Dichiarazione politica EWiPA”.

La Dichiarazione è stata adottata il 18 novembre 2022 a Dublino da 83 Stati, tra cui l’Italia, con l’obiettivo di affrontare l’impatto umanitario devastante e duraturo dell’uso di armi esplosive in aree popolate, e garantire quindi una migliore protezione dei civili e rispetto del diritto internazionale umanitario (DIU) in questi contesti.

L’uso di armi esplosive in aree popolate continua a causare gravi sofferenze e distruzione nei diversi conflitti armati in corso, tra cui quelli nella Striscia di Gaza, in Ucraina, Myanmar, Sudan, Siria e Yemen. Gli effetti diretti e indiretti derivanti dall’utilizzo di tali armi, tra cui l’elevato numero di morti e feriti tra i civili, i danni e la devastazione delle infrastrutture essenziali, e gli sfollamenti forzati di persone, evidenziano l’urgente necessità di rafforzare il rispetto dei princìpi di DIU in tali contesti. La piena ed effettiva attuazione della Dichiarazione rimane quindi una priorità per la comunità internazionale, come riconosciuto anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nella sua “Nuova agenda per la pace”.

La 1ª Conferenza di follow-up tenutasi ad Oslo la scorsa settimana ha rappresentato un’importante opportunità per gli Stati firmatari, ad oggi divenuti 86, per esaminare gli sforzi intrapresi al fine di tradurre gli impegni adottati a Dublino in azioni tangibili e incoraggiare la condivisone di buone prassi e politiche in questo senso. Nel documento finale della Conferenza si evidenzia la necessità per gli Stati di: adottare politiche e pratiche volte ad evitare o mitigare danni civili, limitando o astenendosi dall’uso di armi esplosive in aree popolate; sviluppare una comprensione più approfondita degli effetti diretti e indiretti dell’uso di armi esplosive, attraverso la raccolta e la condivisione di dati, e la considerazione di tali effetti nella pianificazione e nella condotta delle operazioni militari; impegnarsi a garantire maggiore assistenza alle vittime, compresi i feriti, i sopravvissuti, le famiglie delle persone decedute o ferite e le comunità colpite dai conflitti armati.

La Croce Rossa Italiana (CRI), assieme all’intero Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, si impegna in prima linea a proteggere la popolazione civile in situazioni di conflitto armato, promuovendo una cultura di rispetto per il DIU. Ha per questo preso parte agli eventi per la società civile tenutisi a margine della Conferenza di Oslo, in particolare al Protection Forum del 22 aprile sull’impatto effettivo delle armi esplosive sulle categorie più vulnerabili della popolazione, nonché ai workshop del 24 aprile focalizzati sull’attuazione di alcuni aspetti specifici della Dichiarazione.

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