Ci sono giornate che non avrebbero bisogno di ricorrenze, né di essere sondate dalla ufficialità delle feste nazionali o mondiali. La Festa del Papà è una di queste. Il padre rappresenta un amore incondizionato verso i figli e le figlie, che trovano in questa parola l’espressione della sicurezza della propria vita. Il padre rappresenta una regola, anche se non codificata in nessun posto. È la regola a cui si ispira il cammino di chi trova nella propria strada un percorso di libertà, anche nel proteggere l’amore vero verso ciò che è sacro, la madre, la famiglia, la pluralità dell’amore, che non va reso parte di un sistema, ma va lasciato libero nell’espressione dei sentimenti. Così si recupera il senso dell’umano. Fuori da ogni regola che crea quel patriarcato a cui ci si mette in contrapposizione, generandolo, nella ricerca costante delle regole. Le regole sono date dai sentimenti, e questi, soprattutto nell’epoca che viviamo, vanno fatti vivere, per ricreare un’armonia che i conflitti del mondo attuale producono nello stravolgimento di ciò che c’è di più vero. L’Umanità che vive nelle relazioni, l’Umanità che vive anche nei conflitti, l’Umanità che vive dove c’è il riconoscimento ed il rispetto non dell’autorità patriarcale, ma del ruolo che i padri devono avere nella società per non deprimere il valore degli uomini.
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