“Tra il 1943 e il 1945 venne scritta una delle pagine più tristi della nostra storia. Oggi, 10 febbraio, abbiamo la possibilità di ricordare una tragedia incredibile consumata, proprio in quegli anni, tra Istria, Fiume e Dalmazia: furono infatti migliaia gli italiani torturati, uccisi e gettati, a volte ancora vivi, nelle foibe. Il Giorno del Ricordo riporta davanti ai nostri occhi quei tristi accadimenti, alcuni dei quali ricostruiti grazie al contributo dei report redatti da Volontari e Operatori della Croce Rossa. Le violenze di quei tempi furono tali da portare all’esodo di oltre 300mila italiani dal confine Orientale. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) si impegnò per la liberazione dei prigionieri italiani nei campi di concentramento. Tra maggio a giugno del 1945, personale della CRI venne arrestato a Trieste e Pola: di quelle donne e uomini si persero le tracce. A Bologna, nel 1947, la CRI supportò i civili in fuga dalla Jugoslavia e stipati in condizioni disumane nei vagoni di un treno arrivato da Pola, poi ribattezzato il “Treno della Vergogna”. Le persecuzioni e le violenze perpetrate dopo la Seconda Guerra mondiale, le gravi violazioni del Diritto internazionale umanitario, tornano ancora oggi, vive più che mai, a bussare alla nostra porta attraverso le crudeltà dei conflitti dei nostri giorni. Non possiamo dimenticare. Dobbiamo essere testimoni di quanto accaduto e avere, proprio da questi ricordi, una spinta in più per il nostro domani, per un futuro nel quale i Diritti umani non vengano calpestati ma rispettati, tutelati, custoditi. Un futuro in cui l’Umanità, primo fra i principi della Croce Rossa, non sia un optional ma una quotidiana certezza”. Le parole del Presidente nazionale CRI Rosario Valastro in occasione del Giorno del Ricordo 2024.
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