“Sono passati dieci anni dal naufragio del 2013 e se c’è un pensiero che ci appartiene e che dobbiamo sottolineare oggi è quello della fratellanza. Un pensiero non retorico che può avere un senso religioso come un significato laico che sta nell’unire, nel legare la propria vita a quella degli altri. Ed è sul significato di altri che dobbiamo capirci. Come Croce Rossa Italiana siamo espressione di unità che contribuisce a dare un significato diverso alla parola altro, annullando il sentire la diversità e dunque l’estraneità come un pericolo. Siamo, nel dare valore al principio di Umanità, i testimoni operativi e sul campo di ciò che può e deve essere la fratellanza. Il ‘tutti fratelli’ mai come oggi trova attualità. La trova nella costruzione dell’Europa, la trova nell’affermare il diritto a non migrare come in quello di farlo, la trova nella lotta ai trafficanti di esseri umani come necessità anche umanitaria, la trova nella costruzione di quei confini nazionali in cui la pluralità di identità siano principio di vita nella sicurezza di un’integrazione vera. Le migrazioni sono il tempo che viviamo ed è a questo tempo che, onorando i morti di quel mare troppo spesso funereo, che non deve esistere più, dobbiamo saper costruire la vita. È un compito da far tremare i polsi. Ma è un dovere farlo. E in questo la Croce Rossa non può che essere presente”. Così il Presidente Nazionale CRI Rosario Valastro nella Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.
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La Formazione della Croce Rossa Italiana – Report annuale 2023
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