Dal 19 al 21 maggio, il Giappone ospiterà il vertice del G7 ad Hiroshima: una scelta che richiama l’attenzione globale sulle conseguenze catastrofiche dell’uso delle armi nucleari e sulla necessità di garantire che tali armi non vengano mai più utilizzate.
Questa attenzione risulta essere necessaria oggi più che mai. Il vertice del G7 si svolge infatti in un contesto di sicurezza internazionale incerto, in cui le armi nucleari stanno assumendo un ruolo sempre più importante nelle politiche e nelle dottrine di sicurezza degli Stati e il rischio di un loro utilizzo è più alto che mai dai tempi della Guerra Fredda. I riferimenti regolari ad un loro potenziale utilizzo, senza un chiaro riconoscimento delle catastrofiche conseguenze umanitarie che questo provocherebbe, rischia di normalizzare l’idea che le armi nucleari possano essere utilizzate e di erodere così un tabù decennale contro il loro uso.
Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa è profondamente preoccupato dalle disastrose conseguenze umanitarie di qualsiasi potenziale uso delle armi nucleari e si impegna fortemente per la loro proibizione ed eliminazione da quando, nel 1945, la Croce Rossa Giapponese ed il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) sono stati testimoni diretti dell’orribile devastazione e delle inaudite sofferenze causate dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. La bomba sganciata su Hiroshima aveva una potenza esplosiva di 15 chilotoni ed è quella che oggi verrebbe definita un’arma nucleare piccola o “tattica”. Tuttavia, essa uccise 140.000 persone e rese pressoché impossibile la fornitura di un’adeguata assistenza sanitaria. Allo stato attuale la situazione sarebbe ancora più grave. Per questo motivo, in vista del vertice del G7, il CICR e la Croce Rossa Giapponese hanno rilasciato un appello congiunto invitando tutti gli Stati ad agire con urgenza per garantire che le armi nucleari non vengano mai più utilizzate.
Presa consapevolezza del fatto che non esiste una capacità di risposta umanitaria efficace a livello internazionale per affrontare la detonazione di un’arma nucleare, impedirne l’uso è per il Movimento Internazionale l’unica risposta umanitaria adeguata. Inoltre, il Movimento Internazionale ha dichiarato in più occasioni che è “estremamente improbabile che le armi nucleari possano mai essere utilizzate in conformità con i principi e le regole del diritto internazionale umanitario”.
In questo quadro, la Croce Rossa Italiana ha dimostrato il suo impegno in prima linea per un mondo libero dalle armi nucleari, in particolare con il lancio il 26 settembre 2019 – durante la giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari – della sua campagna di advocacy “Nuclear Experience“ che ha come obiettivo di lungo termine la ratifica da parte dell’Italia del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) del 2017.
“Accogliamo dunque con favore il fatto che molti leader politici abbiano recentemente condannato le minacce di usare tali armi dichiarando che esse non devono mai essere utilizzate – dichiara Rosario Valastro, Presidente Nazionale della CRI – tuttavia, finché queste armi continueranno ad esistere, vi sarà un rischio per l’umanità intera”.
Proprio in questa ottica, in occasione del vertice del G7 ad Hiroshima, la CRI ed altre Società Nazionali di Stati che possiedono o sono associati a Stati che possiedono armi nucleari hanno rivolto un appello ai rispettivi Governi a perseguire una serie di azioni specifiche per compiere progressi verso il disarmo nucleare, quindi per ridurre ed infine eliminare l’inaccettabile rischio di catastrofe nucleare. Questi Stati, tra cui l’Italia, hanno infatti la particolare responsabilità di riconoscere l’implicazione delle armi nucleari per l’umanità intera, rafforzare il tabù contro il loro uso, assumere un ruolo guida negli sforzi internazionali per prevenirne l’utilizzo e, in ultima analisi, porre fine all’era delle armi nucleari.