Valastro: "La Croce Rossa Italiana conferma l'impegno nell'emergenza e nelle ricostruzioni post terremoto"
Indirizzare gli sviluppi legislativi futuri, a livello nazionale e internazionale, al fine di garantire una più efficace risposta alle comunità colpite da disastro, favorendone così il ritorno alla normalità. È questo l’obiettivo del report della CRI “Ripresa e ricostruzione post-disastro. Il modello normativo italiano e il sisma nel Centro Italia del 2016-2017”, studio presentato oggi nella sede nazionale della CRI (Sala Azzurra) da Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa, Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione Civile, Guido Castelli, Commissario per la Ricostruzione post terremoto del Centro Italia, Giulio Bartolini, Professore ordinario di Diritto internazionale, Università degli studi di Roma Tre, Marco Coletti, Responsabile Unità di progetto “Sisma del Centro Italia” della CRI, e Tommaso Natoli, autore del report, collaboratore della CRI e consulente dell’IFRC Disaster Law come parte del Progetto dell’IFRC su “Law and Disaster Recovery and Reconstruction”.
Partendo dall’analisi dell’attuale modello di governance di ripresa e ricostruzione post-disastro in Italia, il documento analizza gli eventi sismici che hanno colpito le regioni del Centro Italia, identificando le buone pratiche adottate e confrontandole con le criticità proprie dell’emergenza. Il report si inserisce appieno nel progetto internazionale di ricerca sul ruolo del diritto nella “disaster recovery” della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC).
“Davanti al Sisma del Centro Italia, la Croce Rossa Italiana non solo ha confermato il suo ruolo primario di operatore di emergenza ma ha anche lanciato il cuore oltre l’ostacolo, promuovendo una raccolta fondi destinata a finanziare interventi post terremoto e avviando numerosi progetti per la ricostruzione”. Con queste parole oggi, nella sede nazionale della CRI (Sala Azzurra), Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, ha descritto l’impegno dell’Associazione a seguito del sisma.
“La CRI ha risposto concretamente alle priorità delle comunità violate da questo disastro. Nel 2017, all’interno della Croce Rossa Italiana è stata creata l’Unità di progetto ‘Sisma Centro Italia’, a conferma dell’impegno preso dall’Associazione nelle aree colpite dal terremoto. In sei anni – ha precisato Valastro – abbiamo realizzato e consegnato ai territori 9 opere, 3 dovrebbero essere completate nel corso del 2023 ed altre 3 ancora tra il 2024 e il 2025. La Croce Rossa Italiana ha dato continuità al proprio operato, ha confermato di esserci stata durante il terremoto e di non aver mai lasciato sole le persone e le Istituzioni davanti alle sue conseguenze. C’eravamo, ci siamo e continueremo ad esserci”.
“Nelle tante emergenze che hanno colpito il nostro territorio abbiamo imparato a conoscere la Croce Rossa Italiana – ha detto Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione – un’associazione cardine del Sistema di Protezione Civile. Nelle ore immediatamente successive alla scossa del 24 agosto questa importante associazione ha mobilitato forze e risorse necessarie all’assistenza di una comunità devastata dal terremoto. L’attività della Croce Rossa Italiana non si è fermata solo alle prime fasi dell’emergenza ma è intervenuta anche nelle fasi del post terremoto e della ricostruzione, dando forza a una popolazione che ha manifestato una grande voglia di rialzarsi. A chi c’è stato in quei giorni e chi c’è tutt’oggi va, ancora una volta, il mio più sentito ringraziamento”.
“Innanzitutto devo ringraziare non formalmente la CRI per quello che ha fatto nell’emergenza del Sisma del 2016-2017, così come in tutte le situazioni di criticità che hanno colpito i nostri territori e le nostre comunità. E grazie anche per il report predisposto e divulgato oggi. Il tema delle norme per regolare la ricostruzione e la ripresa sociale ed economica è vitale, sempre e soprattutto per rilanciare e rigenerare i territori dell’Italia centrale colpiti dal sisma di sette anni fa. Qualche novità di non poco conto è avvenuta anche recentemente. Il Dl ricostruzione, approvato il mese scorso, consente di affrontare ricostruzione e rigenerazione con qualche elemento normativo più semplice e più idoneo al recupero della vita e per evitare il rischio di spopolamento che incombe sempre sulle aree colpite da catastrofi naturali. Noi ci stiamo impegnando perché le comunità del cratere possano ripartire e darsi un nuovo modello di sviluppo. Anche il nuovo codice degli appalti credo che aiuterà questo progetto di ripresa e rigenerazione. Il lavoro che ci aspetta non sarà breve ma vogliamo ridare un orizzonte vitale all’Appennino dell’Italia centrale e alle persone che lo vogliono continuare ad abitare”, ha dichiarato Guido Castelli, Commissario per la Ricostruzione post terremoto del Centro Italia.
“Una delle priorità fissate dalle Nazioni Unite nella sua piattaforma di Sendai sulla riduzione del rischio di disastro è ‘Build Back Better’. Questa priorità vuole favorire, nell’ambito del processo di ricostruzione, la resilienza delle aree coinvolte, porre le comunità locali e le loro esigenze al centro delle attività, favorire una cooperazione olistica fra i vari attori pubblici e privati. In questo ambito – ha aggiunto Giulio Bartolini, Professore ordinario di Diritto internazionale, Università degli studi di Roma Tre – il quadro istituzionale e politico può risultare una componente significativa e il caso-studio del Sisma 2016 offre originali chiavi di lettura sull’esperienza italiana, i suoi elementi di forza e le possibili ulteriori azioni da intraprendere”.