Respiro d'inverno: un viaggio attraverso sguardi, emozioni e speranze di chi, in pochi attimi, ha visto stravolta la propria vita a causa del conflitto

È già passato un anno da quel 24 febbraio scorso, quando le sirene antiaeree risuonarono nell’alba di Kiev. Furono bombardate subito tutte le principali città dell’Ucraina con un’immediata, dolorosa e impressionante perdita di vite umane. La Croce Rossa Italiana si è mobilitata subito e, dall’inizio del conflitto, è stata sempre al fianco della Consorella Ucraina per rafforzare la capacità di risposta a questa enorme emergenza umanitaria, portando soccorso in un Paese in conflitto, dove le persone, nonostante le numerose difficoltà, stanno tentando di ricostruire la loro quotidianità.

“Respiro d’inverno” è il racconto di alcuni protagonisti, volontari e persone comuni, che si alternano dando vita a un flusso narrativo coerente ed emotivo. Attraverso un lungo viaggio nei luoghi simbolo del conflitto, gli autori del documentario, i filmmaker Annalisa Ausilio e Emiliano Albensi, trascinano lo spettatore dentro le vite stravolte dal conflitto. Come la storia di Paolo, pensionato ligure che tre anni fa si è trasferito a Piski, piccolo villaggio del nord dell’Ucraina, per raggiungere sua moglie Olga, e che da un anno sopravvive a questa “nuova normalità”. La stessa normalità che cerca Larisa, infermiera sfollata di Mykolaiv, che ora vive a Vinnytsia e ha messo a disposizione le proprie competenze dopo “l’incontro con la Croce Rossa”. A far da cornice alla narrazione, il lungo e inarrestabile impegno della Croce Rossa Italiana, da subito al fianco della Croce Rossa Ucraina, mentre le immagini sono accompagnate dall’emozionante musica del maestro Remo Anzovino.

“A un anno di distanza, il racconto del nostro documentario narra la quotidianità di un Paese in cui la vita cerca di andare avanti nonostante le enormi difficoltà che hanno colpito persone inermi”, dice Rosario Valastro, Presidente della CRI. “Così come – continua – abbiamo raccolto la testimonianza di quei volontari della Croce Rossa che sono sul campo per soccorrere e aiutare”. 

In un anno la Croce Rossa Italiana ha consegnato 3500 tonnellate di aiuti umanitari e messo in salvo quasi 300 persone in 3 diverse missioni di evacuazione. Queste donne, anziani e bambini con vulnerabilità molto pesanti, impossibilitati a fuggire, non ce l’avrebbero mai fatta se fossero rimasti lì. Oggi, grazie all’impegno di tutta l’Associazione, hanno avviato percorsi di accoglienza e di inclusione nel nostro Paese. A questo si aggiungono altri importanti progetti come la consegna in Ucraina di 27 ambulanze, trasformate in cliniche mobili capaci di rispondere alle migliaia di richieste di aiuto provenienti dai villaggi più remoti, e la costruzione, nei prossimi mesi, di alloggi per gli sfollati interni. 

humans of ukraine

Alle 5 del mattino mi sono svegliata per il rumore degli aerei. Vivendo vicino a un aeroporto militare, pensavo fosse solo un'esercitazione. Alle 8 mi ha chiamato mia mamma e mi ha detto:
- Larisa, è la guerra.
E io le ho risposto:
- Devi guardare meno tv, che guerra potrebbe mai esserci nel 2022.

Larisa, 52 anni, infermiera di Mykolaiv

Sono trascorsi due mesi eppure riesco ancora a sentire l'odore di bruciato dopo il bombardamento che ha distrutto questo palazzo vicino alla nostra sede. Quella sede dove lavoriamo, dormiamo e che ormai è diventata la nostra casa.

Evgen, volontario della Croce Rossa Ucraina a Vyshhorod

"La prima a sentire le bombe, la mattina del 24 febbraio, è stata la mia nipotina che ha iniziato a piangere, tremare e vomitare".

"Piano piano ci siamo abituati ai continui allarmi ma, anche se cerchi di distrarti, sai che in qualsiasi momento potrebbe capitare il peggio...".

Olga e Paolo, coppia che vive nel distretto di Zhytomyr Tweet

"Sono tornata in un posto da cui ero scappata vent'anni fa perché volevo sentirmi utile. Mi basta sapere di aiutare una sola persona, ma con la Croce Rossa so di poterne aiutare molte di più ed è proprio questo che mi fa alzare tutti i giorni".

Stefania, volontaria CRI originaria di Suceava (Romania) dove è tornata per supportare il nostro hub logistico di aiuti umanitari
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