IFRC: “Il mondo non è pronto per la prossima pandemia”

Nessun terremoto, siccità o uragano nella storia registrata ha causato più vittime della pandemia di COVID-19. È il dato emerso dall’ultimo World Disasters Report pubblicato dalla Federazione Internazionale delle Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC). Lo scioccante bilancio delle vittime, stimato in oltre 6,5 milioni di persone, ha mosso l’organizzazione umanitaria ad analizzare la risposta messa in campo ed individuare linee guida utili per tutti i Paesi. Nello specifico, l’IFRC ha pubblicato due rapporti – il World Disasters Report e l’Everyone Counts Report – che offrono approfondimenti sui successi e le sfide degli ultimi tre anni e formulano raccomandazioni su come i leader del mondo possono mitigare tragedie di questa portata in futuro.

Jagan Chapagain, segretario generale dell’IFRC, osserva: “La pandemia di COVID-19 dovrebbe essere un campanello d’allarme per la comunità globale che spinga a prepararsi sin da ora alla prossima crisi sanitaria. Le nostre raccomandazioni ai leader mondiali sono incentrate sulla costruzione della fiducia, sulla lotta alle disuguaglianze e sulla collaborazione con le realtà locali impegnate nelle attività di soccorso sanitario ed emergenza. La prossima pandemia potrebbe essere proprio dietro l’angolo. Se l’esperienza del COVID-19 non accelererà i nostri passi verso la preparazione delle comunità, allora cos’altro potrà farlo?”

Negli ultimi tre anni, intervenendo sull’emergenza COVID-19, la rete IFRC ha raggiunto oltre 1,1 miliardi di persone. In questo periodo, un tema che è emerso più volte è stato l’importanza della fiducia rivolta dalle persone verso l’attore che comunicavano i messaggi di sicurezza e le indicazioni da rispettare per rallentare la diffusione del contagio. Grazie a un sistema basato sulla fiducia, infatti, le persone hanno rispettato la necessaria distanza dai loro cari e iniziato il percorso di vaccinazione che ha portato, in tempi record, alla copertura immunitaria di milioni di persone. Sulla base di questa esperienza è fondamentale che i leader mondiali portino avanti un lavoro di fidelizzazione delle comunità attraverso una comunicazione bidirezionale: attenzione ai bisogni delle persone e supporto costante nel tempo.

Nel corso dello studio di ricerca, i gruppi di studio della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa hanno documentato come la pandemia di COVID-19 abbia ulteriormente aggravato le disuguaglianze socio-sanitarie tra i Paesi. Non possiamo non considerare che scarse condizioni igienico-sanitarie, sovraffollamento, mancanza di accesso ai servizi socio-sanitari e malnutrizione creino le condizioni affinché le malattie si diffondano più rapidamente. Ecco perché bisogna affrontare il problema globale delle disuguaglianze socio-sanitarie prima della prossima crisi.

All’interno del report Everyone Counts – realizzato con interviste alle Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa di quasi tutti i paesi del mondo – emerge come le Società Nazionali siano state in grado di rispondere rapidamente alla pandemia grazie al loro ruolo attivo nel territorio dove, in molti casi, avevano già affrontato epidemie precedenti e avevano avviato un lavoro di preparazione delle comunità al fianco delle autorità locali.  

“Sono stati tre anni molto difficili – afferma Chapagain – e la pubblicazione delle raccomandazioni inserite in questa ricerca, rappresenta un atto di speranza: la comunità globale può imparare la lezione e rendere giustizia a questa tragedia preparandosi ad affrontare adeguatamente future emergenze sanitarie”.

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