Con emozione, con una forte emozione, mi rivolgo a tutti voi oggi, dopo la lettera di saluto del Presidente Francesco Rocca, cui porgo i saluti più fraterni ed il ringraziamento più sincero per il servizio svolto in questi anni. Francesco è stato il propulsore che ha portato a compimento una riforma associativa di cui si parlava dal 1978, impegnandosi – ed esponendosi – in prima persona, e facendo tesoro degli sforzi di tutti, qui a Roma e sull’intero territorio nazionale. Ma Francesco è stato soprattutto la testimonianza di un uomo che sa rialzarsi dopo le cadute, che è in grado di dimostrare – con la sua storia – quanto sia reale il potere dell’Umanità. A nome di tutti noi, grazie, Francesco!
La Croce Rossa Italiana si avvia ad una nuova avventura. Come vi dicevo, tanta è l’emozione, tanta la paura che ho di sbagliare e di non essere all’altezza. Avverto la responsabilità dell’incarico, al servizio di un’associazione con una storia così prestigiosa, della necessità di procedere in un percorso di rinnovamento che rivendico, e del portare in questo compito le speranze, la fiducia e le aspettative di migliaia di volontari che hanno creduto e credono in un progetto, e che conoscono la mia storia, quella di un volontario entrato a far parte della Croce Rossa Italiana da giovane e che oggi arriva a questo ruolo. Ma, tra i tantissimi messaggi dei giorni scorsi, messaggi che mi hanno dato tanta forza, che mi hanno tenuto compagnia, che mi hanno commosso, c’è chi mi ha scritto “Nessuno ti chiede di essere perfetto, ma semmai di essere corretto e di agire nel bene della Croce Rossa. Cose non difficili per te”.
Ed allora, all’inizio del mio nuovo servizio associativo, permettetemi anzitutto di rivolgere un deferente saluto al Presidente della Repubblica, di ringraziarlo per il suo alto magistero sempre a presidio della tutela della dignità dell’uomo. Siamo fortunati ad avere un punto di riferimento così limpido, nelle parole e nei gesti, e ci adopereremo affinchè sia sempre orgoglioso della Croce Rossa Italiana, di cui è l’Alto Patrono.
Saluto le istituzioni della Repubblica, confermando l’impegno di sempre nella lotta alle vulnerabilità, nelle azioni di educazione e nell’opera di prevenzione, sia di malattie sia di rischi da disastro. Il mio ringraziamento anche alle Forze Armate, che potranno sempre contare sulla nostra ausiliarietà, anche e soprattutto in campo formativo.
Grazie agli organi del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, al Comitato Internazionale – custode delle Convenzioni di Ginevra – ed alla Federazione Internazionale, punto di incontro, confronto, sviluppo dell’azione umanitaria di tutte le 192 società nazionali.
Un saluto ai membri del Consiglio Direttivo Nazionale, con cui mi legano amicizia ed unità di intenti, ai Corpi CRI ausiliari delle Forze Armate, nostra storia e nostro presente, alla Consulta Nazionale della Croce Rossa, con cui condividerò ogni passo per assicurare un periodo sereno ed efficace nei risultati. Un saluto, grato e riconoscente, a tutti i Presidenti e le Presidenti dei Comitati della Croce Rossa Italiana, nucleo fondamentale della nostra associazione e presidio di umanità sul territorio.
Un saluto anche alla Segretaria Generale, ai dipendenti ed alle dipendenti presso la sede nazionale, i comitati regionali, i nuclei di emergenza, e presso i Comitati territoriali, nostri colleghi di strada nell’azione umanitaria sotto l’Emblema che più ispira fiducia al mondo.
Ma soprattutto, un saluto ed un grazie a tutti voi, Volontarie e Volontari della Croce Rossa Italiana. Mi impegno, sempre e comunque, ad ascoltarvi, perché credo che solo dal confronto, franco e leale, possano trovarsi le migliori soluzioni, sia quelle operative sia quelle organizzative.
Un’associazione deve caratterizzarsi per obiettivi chiari e condivisi. E noi abbiamo lottato perchè la Croce Rossa Italiana fosse un’associazione, dove ogni volontario potesse avere l’opportunità di portare le sue idee, le sue esperienze, i suoi talenti ed il suo tempo. E quello del Presidente Nazionale è un servizio come gli altri, magari con diverse responsabilità, ma con la medesima dignità di quello di un soccorritore, di un operatore sociale o di un formatore.
Ascolto dei volontari e funzionamento corretto degli organi associativi caratterizzeranno questo periodo, che durerà per il tempo necessario all’indizione ed alla celebrazione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo Nazionale, nell’assoluto rispetto delle modalità e delle tempistiche indicate nello Statuto e nei regolamenti. Un periodo nel quale dobbiamo tornare a riempire le nostre sedi, riversarci tra la gente nelle città, nei paesi, nelle isole, essere preparati e formati.
Emozione e responsabilità a parte, mi impegno a vivere questo periodo con lo stesso sentimento che avevo in quell’assemblea di istituto, nel dicembre 1992, quando i giovani volontari della CRI di Acireale vennero a proporci un’opportunità di servizio per la collettività: un sentimento di fiducia estrema nell’emblema di Croce Rossa, simbolo principe di umanità e neutralità, in Italia e nel mondo.
Avremo tempo e modo, sia di fare un bilancio dell’anno, sia di immaginare come servire al meglio la popolazione. Permettetemi, però, di approfittare di questa sede prestigiosa per ringraziare mia moglie, che mi supporterà, cercando di colmare qualche mia assenza in più con la nostra amata figlia. Tramite lei, ringrazio tutti i vostri genitori, mariti, mogli, compagni, figli, che ci permettono di fare servizio, magari sacrificando il loro tempo o qualche loro desiderio per organizzare tutte le altre incombenze di vita: e, molto spesso, sono le donne a fare un passo indietro affinché noi uomini possiamo impegnarci.
Care Volontarie, cari Volontari, siate orgogliosi della Croce Rossa e dei suoi Ideali. Parlate a tutti della sua storia, nata a Solferino ed a Castiglione delle Stiviere! Siete, siamo eredi di tutti coloro i quali hanno agito, sui campi di battaglia, dopo i disastri, nei luoghi di sofferenza! I nostri Principi sono e devono rimanere saldi, la nostra storia sono donne e uomini, ragazze e ragazzi che hanno mostrano l’etica con i fatti concreti. Non abbiate paura di proporre, di farvi sentire. Andiamo tra le persone sole, tra chi non ha niente e nessuno, tra chi non ha possibilità di proteggersi e a cui nessuno ha insegnato come tutelare la propria salute: analizziamo le sofferenze e facciamocene portavoce all’interno dell’Associazione! Perché l’Associazione è di tutti: è patrimonio dell’Italia, è protezione per i vulnerabili, è strumento di azione dei Volontari. E dovunque girerete i vostri occhi, lì troverete il posto dove potrete implementare la vostra umanità!
Di Dunant si dice che abbia posto la tutela dell’umanità in ogni circostanza: così lo stesso si dica di noi, di tutti noi e di ciascuno!
Buon Natale di vero cuore!