Rocca: "Contesto internazionale molto delicato, dobbiamo ripartire dai nostri valori fondanti"

IERI:
Jean Henry Dunant, Guillaume-Henri Dufour, Theodore Maunoir, Louis Appia, e l’avvocato Gustave Moynier si riunirono, nel 1863, a Ginevra per creare una Commissione Permanente che prese il nome di “Comitato Ginevrino di soccorso ai feriti militari”. Il motivo che li spinse a costituire il cosiddetto “Comitato dei cinque”, fu la terribile carneficina e la disorganizzazione con cui vennero condotti i soccorsi durante la battaglia risorgimentale di Solferino. Successivamente Henry Dunant, il 26 ottobre dello stesso anno, organizzò, a Ginevra, una Conferenza diplomatica cui aderirono 14 Paesi – tra cui l’Italia – che firmarono tre giorni dopo la Prima Carta Fondamentale contenente 10 articoli e 3 principi cardine: la Neutralità del personale sanitario e dei feriti; l’utilizzo dell’Emblema con una croce di colore rosso su fondo bianco a significare protezione a livello internazionale; l’Imparzialità nel soccorso. Nacque così il Movimento Internazionale della Croce Rossa. Il 26 novembre, perciò, è una data-chiave per la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa a livello mondiale.

Conferenza_Ginevra

OGGI:
“L’impegno e la mobilitazione di quegli uomini serve oggi più che mai, in questo contesto globale minacciato da tantissime sfide: pandemie, conflitti, cambiamento climatico, povertà e discriminazione. Dobbiamo riscoprire lo spirito dei nostri Padri fondatori – sottolinea Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) – e agire prendendo spunto dai nostri valori fondanti. Nell’ultima Conferenza internazionale del Movimento, che si è svolta nel 2019, il tema è stato il rafforzamento della cooperazione internazionale nella gestione delle grandi emergenze. Questa cooperazione serve sempre di più, soprattutto dopo un periodo così complesso nel quale sono emersi tanti nuovi scenari di crisi”.

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