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La Croce Rossa Italiana è tornata a Leopoli, in Ucraina, per la seconda missione di evacuazione di civili con un convoglio di 18 mezzi e una squadra di 51 operatori CRI per portare in Italia un gruppo di 84 vulnerabili che, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile, hanno trovato ospitalità e cure in diverse strutture specializzate del nostro Paese.
Si tratta di persone affette da gravi fragilità mentali che erano già state evacuate due settimane prima da un centro di cure a Bakhmut, nella regione del Donetsk, una delle zone più colpite dai bombardamenti. Erano arrivati a Leopoli dopo un viaggio lungo, difficile e pieno di incertezze. La loro unica speranza era “smettere di sentire i rumori della guerra che fanno paura e girare la testa”.
“Ho fatto tante missioni ma credo che questa sia una delle più importanti della mia vita”, racconta Ignazio Schintu, Direttore operazioni, emergenze e soccorsi della Croce Rossa Italiana al rientro dalla missione.
E chi li ha accompagnati e assistiti nei loro spostamenti in Ucraina, aggiunge: “Sono spaventati, disorientati. Hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro, lontano da qui, e sappiamo che li stiamo lasciando in buone mani”.
Giunti in Italia con il supporto della Croce Rossa Italiana, giovedì 7 aprile, dopo un prima tappa al Centro CRI Fenoglio di Settimo Torinese, hanno trovato accoglienza in strutture dislocate tra Piemonte, Trento e Puglia.
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