E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire, scrisse Primo Levi ne “I sommersi e i salvati”. 

La storia, tragicamente, si ripete, soprattutto quella che non ricordiamo. A questo serve e deve servire, oggi come nel futuro, la memoria.

Il Giorno della Memoria della Shoah non è solo un doveroso racconto storico ma, soprattutto, un monito per le giovani generazioni affinché non si ripeta mai più quella immane tragedia. Perché sono ancora troppi gli esseri umani perseguitati, ghettizzati, sfruttati e discriminati per il loro genere o per il loro credo religioso, per la loro razza o per la propria condizione sociale.

Il nostro Movimento, custodendo e interpretando in ogni sede e in ogni luogo i 7 Principi fondamentali che lo ispirano, si pone attivamente a servizio dei più deboli e di tutti coloro i quali sono costretti a vivere ai margini della società. 

E i nostri volontari con il loro operato ricordano a tutti l’importanza fondamentale del Diritto Internazionale Umanitario e delle Convenzioni di Ginevra. Oggi come ieri, infatti, donne e uomini della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, quotidianamente, hanno sotto gli occhi l’atroce testimonianza di gravissime violazioni dei diritti umani e prevaricazioni della libertà. 

 “Tutti fratelli” è il nostro motto, il nostro grido di Pace che viene dal passato, ma che è più attuale che mai. Perché ogni torto inferto è un torto subìto da ognuno di noi. In ogni tempo, in ogni luogo. A questo serve la memoria del 27 gennaio, data della liberazione dei prigionieri dal campo di concentramento di Auschwitz

 

Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana

Copy link
Powered by Social Snap