“Il cambiamento climatico è un pericolo urgente, che sta già cambiando le nostre vite e necessita di un impegno immediato”. È l’appello lanciato ieri dal delegato tecnico nazionale all’innovazione, volontariato e formazione della Croce Rossa Italiana, Gabriele Bellocchi, all’apertura del ciclo di seminari “Climate Change and Transnational Crisis: a Glocal Challenge”, organizzati dalla CRI con l’Università di Catania.
Una serie di workshop tenuti da esperti e ricercatori e aperti agli studenti, ma anche alla cittadinanza, per promuovere la corretta informazione sul delicato tema dei cambiamenti climatici e ribadire l’urgenza di un impegno collettivo per rallentare gli effetti del surriscaldamento globale.
“Iniziative come questa confermano che la sinergia tra istituzioni e mondo del terzo settore è fondamentale per riuscire a sensibilizzare la società civile”, ha detto Bellocchi, che ha aperto i lavori insieme al professor Francesco Priolo, rettore dell’Università di Catania.
“Vogliamo fermamente che questa collaborazione sia sempre più densa di contenuti – ha confermato il rettore Priolo – e coinvolga l’intera cittadinanza. Comprendere i fenomeni è fondamentale per capire cosa ciascuno di noi può fare per contrastarli”.
Il progetto prevede un calendario di 7 workshop fino a maggio 2022, al termine dei quali un nucleo di studenti – adeguatamente formati dai volontari della CRI – metterà in piedi un gioco di ruolo sulla falsa riga della COP26. “Quarantacinque studenti in tutto”, ha spiegato il delegato tecnico nazionale CRI per la riduzione del rischio da disastri e la resilienza, Vanessa Seren Bernardone. “Simuleremo la partecipazione di 15 Stati alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e ogni Stato sarà composto da una delegazione di 3 persone”.
L’incontro è stato moderato dalla professoressa Adriana Di Stefano, che ha sottolineato più volte il nesso tra cambiamenti climatici e crisi umanitarie, ed ha visto la presenza di una sessantina di persone. Tra loro anche una delegazione del Comitato CRI di Catania e il vice presidente del Comitato regionale CRI Sicilia, Alessandro Treffiletti, che ha detto: “Ci impegneremo anche noi, come Comitato regionale, per la diffusione e la buona riuscita di questa iniziativa, perché creare rete e condividere le forze è la strada migliore per diffondere conoscenza su temi a noi molto cari”.
Nella sua relazione, Christian Mulder, docente di ecologia e delegato all’ecologia e all’emergenza climatica dell’università etnea, si è invece soffermato sugli effetti del surriscaldamento globale: “l cambiamento climatico esiste da ere geologiche ed ha reso anche possibile la nascita della vita e l’evoluzione degli organismi viventi sulla terra. Le forme di vita sono state da sempre forzate ad adattarsi a nuove condizioni ambientali”, ha spiegato il docente. “Il clima è da sempre stato dinamico; quello che però è cambiato è la rapidità con la quale il nostro clima si sta modificando“.
“Tutti gli scenari mostrano un aumento della temperatura media annua di molto superiore alla soglia dei 2 gradi centigradi auspicata nel Trattato di Parigi – ha aggiunto Mulder – una sempre maggiore scarsità di acqua potabile dovute ad un abnorme fabbisogno idrico ed un rapido aumento di eventi climatici estremi quali inondazioni, trombe d’aria ed alluvioni in tutto il mondo”.
Nella sua lectio, il docente ha evidenziato anche le ripercussioni negative dei cambiamenti climatici su numerosi ambiti della nostra vita: ”Dall’economia alla migrazione, a causa della riduzione della biodiversità e della desertificazione, passando per la salute, perché il surriscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico influenzano la trasmissione e la sopravvivenza del Covid-19 alterando nel contempo il sistema immunitario umano”.
Il ciclo di workshop rientra nel protocollo d’intesa siglato a giugno scorso dal rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, e dal presidente nazionale della CRI, Francesco Rocca ed è parte della campagna quadriennale “Effetto Terra”, lanciata a giugno scorso con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione su come i singoli comportamenti, così come quelli delle istituzioni e delle imprese, siano fondamentali per contrastare i cambiamenti climatici in atto e per arginare tutte le terribili conseguenze che questi hanno sulla vita e sulla salute delle persone.