Le rughe della vecchiaia formano le più belle scritture della vita, quelle sulle quali i bambini imparano a leggere i loro sogni (Marc Levy)
“Ognuno di noi ha letto nei volti dei propri nonni o di qualsiasi anziano il passato, il presente e anche il futuro. La cosiddetta Terza età è un mondo ricco di meraviglie, bellezza e saggezza, ancora pieno di possibilità e noi di Croce Rossa lo sappiamo bene, avendo una grande rappresentanza di Volontari con alle spalle decenni di attività, eppure ancora attivissimi. Ma, allo stesso tempo, può trasformarsi in una dimensione di fragilità e solitudine. L’Italia, del resto, è un Paese che diventa ogni giorno più “vecchio” e un numero sempre più significativo di over 65 si trova in condizione di vulnerabilità ed è maggiormente a rischio di incorrere in una perdita funzionale e/o di autonomia.
Tali condizioni si sono accentuate durante l’emergenza sanitaria. Ecco perché, in occasione della Giornata Mondiale degli Anziani, è necessario ragionare su queste nuove criticità e introdurre degli interventi di prossimità che, da un lato, permettano all’anziano di non cadere in un vortice di abbandono e di scoraggiamento e, dall’altro, sostengano realmente il carico di cura dei familiari. L’effetto pandemico, infatti, ha posto ancor più in risalto alcuni limiti presenti nel sistema dei servizi ed interventi sociali agli anziani. Sono emersi nuovi bisogni sociali della vita anziana (ad esempio la necessità di socializzazione in condizioni di isolamento, anche a fronte delle ricadute psicologiche legate alle norme di distanziamento, i bisogni legati alla mobilità indipendente), che escono dalla classica distinzione legata al concetto di autosufficienza. La lontananza dai figli, che durante la pandemia è stata una “lontananza obbligata” spesso ha rappresentato motivo di affaticamento della vita anziana, al pari, ad esempio, di alcune situazioni legate a condizioni di malattia che limitano l’autonomia dei soggetti.
La Croce Rossa Italiana è stata in grado, proprio in quei contesti, di mettere in campo interventi di prossimità con le attività del “Tempo della gentilezza” che, da un lato, hanno permesso all’anziano di non cadere in un vortice di abbandono e di scoraggiamento, e dall’altro hanno sostenuto il carico di cura dei familiari, che durante il lockdown non potevano essere al loro fianco. Il servizio di consegna dei farmaci e/o degli alimenti a domicilio, ma anche il sostegno psicologico messo in campo dai nostri Volontari, sono oggi riconosciuti come un’eccellenza, tanto che la CRI ha ricevuto, nei giorni scorsi, il Premio De Sanctis per la Salute Sociale in quanto “modello esemplare di istituzione che senza esitazioni ha dato risposte ai bisogni degli anziani fungendo spesso da unico punto di riferimento su tutto il territorio nazionale”.
Dobbiamo, però, come Terzo Settore, continuare a costruire interventi complementari al welfare tradizionale, in grado contribuire a garantire il godimento di una vita buona agli anziani. E non a caso la CRI ha deciso di lanciare un importante progetto pilota per migliorare la qualità di vita degli ospiti delle RSA, promuovendo attività ricreative e riducendo le distanze sociali e le sensazioni di solitudine, nel rispetto della sicurezza e della protezione delle persone. Finanziato dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, inizialmente il progetto vedrà il coinvolgimento di 10 Comitati della Croce Rossa Italiana (Torino, Catania, Venezia, Aprilia, Pesaro, Casal di Principe, Alto Casertano e Matesino, Paderno Dugnano, Loreto e Mascalucia) per essere poi successivamente replicato in altri contesti. Perché prenderci cura degli anziani significa garantire, a tutti, un futuro migliore”.
Lo ha scritto Francesco Rocca su www.francescorocca.eu
Foto di repertorio