Proprio con questo spirito, infatti, nasceva l’idea di ascesa del massiccio nel 2016, anno in cui si contavano ben 10 conflitti armati nel mondo e oltre 400 mila vittime tra profughi, volontari, giornalisti e operatori sanitari. Un’iniziativa nobile, abbandonata la prima volta a causa della tragica scomparsa di Pietro Passaretti – Volontario CRI morto dopo essere caduto durante un’esercitazione in un crepaccio sul versante italiano del massiccio – che solo nel 2020, con l’approvazione del Comitato Nazionale CRI, del comando generale della Guardia di Finanza e il plauso dell’anziana madre di Pietro, è stato possibile riprendere.
Il progetto, che ora avrebbe acquisito un nuovo e più profondo valore in ricordo del collega e amico scomparso, è stato poi nuovamente rallentato a causa della pandemia di Covid-19, e si conclude oggi, dopo una dura ma emozionante scalata, con il traguardo dedicato a Pietro e a quanti, nel mondo, fanno dei principi umanitari il vero faro che ci spinge in alto.