La macchina dei soccorsi si mobilitò prontamente: un semplice telegramma fu sufficiente ad attivare un tempestivo intervento e fu costituito un Comitato Centrale di Soccorso. I primi aiuti arrivarono via mare da Napoli.
Furono istituiti due posti di comando e controllo, uno per la Calabria, a Palmi e uno per la Sicilia, a Messina.
A Napoli venne impiantato il centro di mobilitazione dove venne concentrato tutto il materiale utile ai soccorsi, sotto la personale direzione del Conte Gian Giacomo della Somaglia.
Il 30 dicembre del 1908 arrivarono a Messina il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena che assistette i feriti, in incognito.
Furono mobilitate le Infermiere Volontarie, alcune vennero destinate al XIII treno ospedale dedicato al trasporto dei feriti più gravi presso gli ospedali di Napoli e Roma. A bordo erano presenti: un tenente colonnello commissario, un medico capo, sei medici, due farmacisti, un cappellano, un ufficiale commissario e nove infermiere volontarie.
Il treno era così composto: 16 vetture contenenti ciascuna quattordici barelle, una vettura adibita a farmacia e sala di medicazione oltre ad un vagone cucina, due vetture alloggio per gli Ufficiali e due portabagagli.
Il treno, che effettuò tre viaggi, funzionava come un vero ospedale dove venivano prestate le cure necessarie e una costante assistenza a tutti i feriti.
A Palermo, gravemente distrutta, venne impiantato un ospedale territoriale con 250 letti e le sorelle garantirono il servizio di assistenza fino alla fine di gennaio 1909.
Per trasportare altrove i tanti feriti ai quali non era possibile prestare le adeguate cure, la Croce Rossa chiese al governo di mettere a disposizione anche il piroscafo Taormina.
La nave fu velocemente allestita come un ospedale e furono subito mobilitate trentasette crocerossine, insieme al personale medico.
Nell’attesa della partenza, le sorelle aprirono una sottoscrizione che fruttò la somma, per quei tempi enorme, di circa 84mila lire destinate ai bisogni dei profughi che arrivavano quotidianamente a Roma e per coprire le spese del servizio sulla nave.
Il piroscafo Taormina salpò da La Spezia per raggiungere Messina e in tutto furono trasportati 214 feriti, la maggior parte in condizioni gravi che ne imponevano il trasporto negli ospedali di Napoli e Livorno. Anche la Croce Rossa di Roma contribuì alla gara di solidarietà utilizzando sia mezzi propri sia gestendo risorse messe a disposizioni da privati. La Duchessa Maria Grazioli offrì Villa Lante Grazioli per installarvi un ospedale da 100 letti, nel quale prestarono servizio settantotto Infermiere Volontarie, divise su tre turni. La presenza delle Infermiere Volontarie fu molto attiva sia negli ospedali territoriali che sui treni e sulle navi ospedale. Le sorelle impiegate provenivano dai sottocomitati di Roma, Alessandria, Bologna, Firenze, Milano, Palermo, Piacenza e Venezia a dimostrazione di quanto fosse estesa in tutta Italia la diffusione del Corpo, a distanza di pochi mesi dalla fondazione ufficiale. A testimonianza dell’eccezionale servizio svolto, la bandiera del Corpo delle II.VV. si fregia della Medaglia d’Oro per i benemeriti del Terremoto Calabro – Siculo -1908