È stato presentato in videoconferenza il libro in edizione numerata intitolato “Maria di Piemonte, Ispettrice Nazionale durante la Seconda Guerra Mondiale” scritto da S.lla Maria Enrica Monaco sotto impulso della Commissione Didattica Nazionale di Storia e del Comitato Scientifico – Sezione di Storia. Uno studio sul Secondo Conflitto Mondiale, nel quale si è voluto ricordare una grande Crocerossina, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, che seppe onorare il Corpo delle Infermiere Volontarie e tutta la Croce Rossa Italiana. Abile organizzatrice, fu instancabile nel visitare, da nord a sud del paese, tanto gli ospedali militari che quelli civili e gli ambulatori in uno dei periodi più difficili per la nostra Patria.

Presenti all’incontro S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia che ha ricordato l’Augusta nonna e ha ringraziato la Croce Rossa in questo momento di pandemia e l’Ispettrice Nazionale del Corpo delle Infermiere Volontarie Sorella Emilia Bruna Scarcella che è intervenuta commossa pensando alla prefazione di S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia dove parlando di Maria Josè l’ha definita “un’insostituibile Madre e un’appassionata italiana”. Con “un abbraccio a tutte le donne di Croce Rossa di ieri e di oggi e a tutte coloro che vorranno seguire questi fulgidi esempi” Sorella Scarcella ha poi concluso il suo intervento.

Furono istituiti due posti di comando e controllo, uno per la Calabria, a Palmi e uno per la Sicilia, a Messina.

A Napoli venne impiantato il centro di mobilitazione dove venne concentrato tutto il materiale utile ai soccorsi, sotto la personale direzione del Conte Gian Giacomo della Somaglia.
Il 30 dicembre del 1908 arrivarono a Messina il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena che assistette i feriti, in incognito.

Furono mobilitate le Infermiere Volontarie, alcune vennero destinate al XIII treno ospedale dedicato al trasporto dei feriti più gravi presso gli ospedali di Napoli e Roma. A bordo erano presenti: un tenente colonnello commissario, un medico capo, sei medici, due farmacisti, un cappellano, un ufficiale commissario e nove infermiere volontarie.

Il treno era così composto: 16 vetture contenenti ciascuna quattordici barelle, una vettura adibita a farmacia e sala di medicazione oltre ad un vagone cucina, due vetture alloggio per gli Ufficiali e due portabagagli.
Il treno, che effettuò tre viaggi, funzionava come un vero ospedale dove venivano prestate le cure necessarie e una costante assistenza a tutti i feriti.

A Palermo, gravemente distrutta, venne impiantato un ospedale territoriale con 250 letti e le sorelle garantirono il servizio di assistenza fino alla fine di gennaio 1909.


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