World Humanitarian Day. Rocca: “Viviamo tempi duri, ma l’operato dei nostri volontari dimostra che possiamo renderli migliori”
“Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi” Sant’Agostino.
Il Covid19 ci ha reso più “visibili”. Ma l’impegno dei milioni di volontari in tutto il mondo è quotidiano, costante, spesso silente e va dalla piccola e concreta necessità del singolo allo spiegamento per la grande emergenza. La Giornata Umanitaria Mondiale (World Humanitarian Day) è una grande opportunità per celebrare tanto il coraggioso aiuto delle migliaia di soccorritori in prima linea in questa pandemia, quanto il prezioso operato del singolo che raggiunge le forme più invisibili di vulnerabilità. E’ un momento simbolico per dire grazie agli oltre 160mila volontari della Croce Rossa Italiana e ai milioni di volontari di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in tutto il mondo: loro sono costantemente a fianco di chi ha bisogno, di chi scappa da guerra e fame, di chi vive sotto le bombe, di chi si trova ai margini della società.
Covid19: il lavoro dei nostri volontari
I nostri volontari stanno svolgendo un ruolo fondamentale nella risposta al virus, nel mondo come in Italia. Dal lockdown, ad esempio, la Croce Rossa Italiana è stata in prima linea: trasporti in biocontenimento, medici presso gli ospedali e volontari negli aeroporti con i termoscanner, servizi per la consegna a casa della spesa, dei farmaci e beni di prima necessità in oltre 300 Comuni. Il numero verde 800.065510 ha gestito richieste di supporto per servizi a domicilio, trasporto sanitario, assistenza psicologica e aiuto alimentare. Oggi continuiamo a combattere le conseguenze economiche della pandemia.
I soccorritori sotto attacco
Tuttavia, anche in questo contesto si sono verificati e continuano a verificarsi fenomeni di marginalizzazione: per alcuni operatori sanitari, infatti, essere in prima linea ha significato lo stigma sociale a causa della paura del contagio. Questo è avvenuto in Italia e avviene in tutto il mondo, sembra un paradosso ma non lo è. Dall’inizio della pandemia, infatti, sono stati registrati 611 episodi di violenza e molestie ai soccorritori, in oltre 40 paesi. Più del 20% di questi incidenti riguardava aggressioni fisiche, quasi il 15% erano episodi di discriminazione e in un altro 15% dei casi aggressioni verbali o minacce. La cifra reale è probabilmente molto più alta. Troppe volte abbiamo visto ospedali, operatori sanitari e civili finire nel mirino: una situazione insostenibile che rende ancora più drammatica la situazione delle popolazioni nelle zone di guerra. Un mondo dove neanche medici, operatori sanitari e ospedali sono rispettati, è un mondo senza futuro.
Noi siamo i tempi
Tuttavia questa giornata mi porta a un bilancio decisamente positivo, fatto di speranza per il futuro. Perché l’emergenza Covid-19 ha testimoniato l’adesione concreta e reale dei nostri operatori umanitari ai Principi e Valori che sono alla base del nostro Movimento. Il grido “Tutti Fratelli!” deve risuonare soprattutto quando, come accade oggi, ci troviamo in tempi difficili. E Noi siamo i tempi, perciò possiamo renderli migliori.
Francesco Rocca, Presidente Croce Rossa Italiana e Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa