Il COVID-19 e il tracciamento dei contatti: un appello alla responsabilità digitale

Uno studio di Balthasar Staehelin, Direttore Digital Transformation and Data del CICR e Cecile Aptel, Direttore Policy, Strategy and Knowledge dell'IFRC

 

Il tracciamento dei contatti è uno dei mezzi riconosciuti nella lotta alla diffusione di infezioni nella popolazione, quando viene integrato in una strategia di risposta sanitaria più ampia e generale. Il processo manuale tradizionale che permette di identificare con chi una persona infetta può essere entrata in contatto mentre era contagiosa, richiede tempo ed è difficile da estendere fino a coprire un grande numero di persone. Per accelerare e ampliare la risposta all’attuale pandemia di COVID-19, sono in fase di progettazione e sviluppo nuove soluzioni tecnologiche.

L’uso di telefoni cellulari per le applicazioni di tracciamento dei contatti ha avuto un incremento significativo nelle ultime settimane. Ciò ha portato a un dibattito dinamico, intenso e interdisciplinare su salute pubblica, protezione dei dati e privacy. La fiducia nella tecnologia e i potenziali interessi economici e strategici in gioco sono anch’essi al centro della discussione. Siamo preoccupati dal fatto che la progettazione inadeguata o l’uso di tali applicazioni potrebbe portare a stigmatizzazione, maggiore vulnerabilità e fragilità, discriminazione, persecuzione, e ad attacchi all’integrità fisica e psicologica di alcune popolazioni. Tutto questo si inserisce anche nella questione più ampia dell’uso responsabile della tecnologia in contesti quali la risposta alle crisi, in cui la fiducia ha un ruolo centrale [1].

Tracciamento dei
contatti: quali sono i rischi potenziali?
In molti luoghi dove il Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa opera, le persone condividono spesso uno smartphone con altri membri della famiglia. Possono lasciare il loro telefono in stazioni di ricarica che ospitano decine di altri dispositivi. Allo stesso modo, le persone possono essere nello stesso spazio, ma protette da mascherine o separate da una vetrata o da plexiglass. Pertanto, in diversi contesti, interazioni umane e abitudini sociali complesse o livelli di alfabetizzazione digitale relativamente bassi, possono rendere inefficace l’uso di applicazioni specifiche o di tecnologie chiave (come il Bluetooth).

In contesti in cui l’accesso a smartphone e Internet potrebbe non essere sufficiente a garantire la diffusione necessaria, una tecnologia che si basa su sensori di prossimità dei telefoni cellulari potrebbe essere gravemente compromessa. Anche con un utilizzo complessivo elevato di smartphone moderni, il rischio di escludere o emarginare le parti meno connesse della popolazione esiste, lasciando così indietro i più vulnerabili e compromettendo l’utilità del tracciamento dei contatti.

Il rischio che i dati raccolti ai fini del tracciamento dei contatti possano essere utilizzati per altri scopi (o collegati ad altri insiemi di dati per identificare e potenzialmente profilare ulteriormente gli individui) è una preoccupazione significativa. Questo slittamento di scopo potrebbe portare ad una sorveglianza intrusiva o ad un uso commerciale indesiderato. In contesti di conflitto armato, violenza o calamità, tali pratiche possono avere gravi conseguenze umanitarie. Uno, o una combinazione di questi rischi, potrebbe compromettere significativamente la fiducia che le persone hanno nel tracciamento dei contatti, nella risposta sanitaria pubblica e in coloro che la promuovono. Senza tale fiducia, la diffusione e l’efficacia auspicata di tali applicazioni sarebbero ridotte.

In parallelo, le app per il tracciamento dei contatti non sono immuni da attacchi cibernetici e perdite di dati, che potrebbero mettere a rischio la privacy e la sicurezza dei loro utenti. Le conseguenze dell’esposizione di dati personali e privati in un ambiente polarizzato, basato su tensioni etniche o sociali o su disuguaglianze economiche, sarebbero di grande preoccupazione.

Come ottenere un
tracciamento dei contatti efficace?
Affinché il tracciamento digitale dei contatti sia una componente efficace della risposta a una pandemia, dovrebbe essere istituito un solido sistema sanitario pubblico che si assuma le necessarie azioni di follow-up, come adeguate strutture per garantire test, isolamento e cura. Questo sottolinea ancora una volta la necessità di investimenti sostenibili a lungo termine nei sistemi sanitari.

Il tracciamento digitale dei contatti necessita inoltre di solidi sistemi di controllo per verificarne l’efficacia e garantire una gestione trasparente ed equa dell’ecosistema nel suo complesso; la sanità pubblica e i diritti individuali, in particolare in materia di privacy, devono poter lavorare insieme. Questo non è possibile in ogni paese, ed è ancora più difficile in ambienti colpiti da conflitti armati, violenze o disastri in cui il potere di agire e le risorse dello Stato sono spesso stati gravemente compromessi.

La valutazione complessiva di questi elementi deve essere fatta caso per caso, con una conoscenza approfondita del contesto. È impossibile determinare in termini assoluti tutti gli aspetti (benefici e insidie) delle app digitali di tracciamento dei contatti che sono attualmente prese in considerazione o utilizzate in molte parti del mondo. Tuttavia, sulla base della nostra esperienza umanitaria e della nostra competenza specifica in materia di protezione dei dati, i benefici e i rischi del tracciamento dei contatti devono essere ponderati meticolosamente. In questo processo dovrebbero essere saldamente integrati standard scientifici, etici e giuridici aggiornati, e dovrebbero essere considerate valide solo le soluzioni basate su un approccio di protezione dei dati fin dalla fase di progettazione.

L’applicazione della protezione dei dati fin dalla progettazione è fondamentale per garantire il rispetto del principio umanitario del “non nuocere” e dei diritti e della dignità delle persone interessate. In questo contesto, la protezione dei dati fin dalla progettazione si basa su un’architettura decentralizzata progettata per mantenere il maggior numero possibile di dati sensibili sui dispositivi degli utenti. Altre caratteristiche essenziali includono una delimitazione precisa dello scopo per contrastare possibili slittamenti di utilizzo e la definizione di un periodo fisso di conservazione dei dati, garantendo che gli strumenti digitali di tracciamento dei contatti siano prontamente disattivati una volta non più necessari. Sono stati sviluppati una serie di protocolli per il tracciamento digitale dei contatti, al fine di contenere la diffusione del COVID-19, successivamente modificati per tenere conto della protezione dei dati nell’azione umanitaria. Un esempio notevole di tale protocollo decentralizzato che sta guadagnando terreno è quello proposto dal consorzio DP-3T e successivamente adottato dalla Croce Rossa austriaca e sostenuto dall’iniziativa Apple/Google.

Conclusione: un
appello alla responsabilità digitale
Nel corso della sua lunga storia, il Movimento ha accumulato una vasta esperienza collettiva delle opportunità e dei rischi che le nuove tecnologie possono scatenare nei contesti umanitari. Ora, di fronte a una pandemia che minaccia milioni di persone in tutto il mondo, si stanno nuovamente valutando i suoi vantaggi, così come i suoi rischi. Le applicazioni di tracciamento dei contatti offrono un potenziale notevole per frenare la diffusione del virus; ma sollevano preoccupazioni sulla privacy dei dati e altri rischi collegati.

Alla luce di ciò, gli Stati dovrebbero valutare se nel proprio contesto particolare, un’app di tracciamento dei contatti basata su dispositivi mobili possa essere una componente appropriata, efficace, etica e sicura della risposta al COVID-19 per salvare vite umane. Se uno Stato decidesse che lo fosse, dovrebbe effettuare un attento bilanciamento dei benefici e dei rischi nell’utilizzo un protocollo decentralizzato come il DP-3T, e incorporare la protezione dei dati fin dalla progettazione e standard scientifici, etici e giuridici aggiornati nelle sue risposte.

[1] Una questione che ha suscitato importanti discussioni in occasione della recente 33a Conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.

 
 
 
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