Questa “Solferino contemporanea” sia occasione di trasformazione

 
 

La Pasqua 2020 sarà ricordata per sempre da tutti noi con un grande strazio nel cuore: stiamo vivendo circostanze epocali che hanno già segnato un prima e un dopo, tanto nelle nostre vite quanto nella storia mondiale. Combattiamo una guerra contro un nemico subdolo, invisibile, capace di minare ogni nostra certezza: isolamento forzato, morte, terrore del contagio, dolore e incertezza del domani. E, ancora, la visione da brivido di città svuotate, la realtà che sembra congelata, i problemi economici, l’impossibilità del contatto umano, di una carezza, di un abbraccio, proprio quando ne abbiamo più bisogno.

Mai prima d’ora la Croce Rossa si è trovata ad affrontare una circostanza più prossima a quella delle sue origini, una “Solferino contemporanea” dove il soccorritore deve agire nel costante rischio, colpito anche lui in prima persona da quanto accade, eppure obbligato a essere presente a sé stesso, operativo, lucido. Uno sforzo titanico. Per trovare risposte e spinta dobbiamo attingere alle nostre radici culturali, perché su quei campi di battaglia lombardi l’abnorme sofferenza è stata trasformata in una rivoluzione di speranza, rinascita e forza, grazie all’azione delle donne di Castiglione e alla Visione di Henry Dunant.

Ecco perché mi auguro che la “Pasqua ai tempi del Coronavirus” sia occasione collettiva di riflessione sulla rinascita e sulla trasformazione. Trasformazione che è anche una parola-chiave, simbolo dell’operato dei nostri Volontari. La loro attività in tutto il mondo, infatti, è volta ad alleviare le sofferenze umane, a trasformare, appunto, la difficoltà in speranza.

Le odierne Feste, che non possiamo certo definire tali, ci vedono impegnati in prima linea per uscire da questo incubo e allo stesso tempo fermi a piangere i nostri cari e i nostri colleghi scomparsi, nei confronti dei quali abbiamo il dovere di lottare ancora di più, per celebrare e onorare il loro sacrificio e per dare una risposta al dolore delle famiglie che è anche il nostro. Dobbiamo continuare a promuovere il “tempo della gentilezza” contro “il tempo del virus” ed è importante non abbassare la guardia e rafforzare le azioni concrete volte ad alleviare la sofferenza dei più vulnerabili. Ognuno di noi può fare la differenza, attuare questa Trasformazione. Ognuno di noi può essere esempio e testimone dei nostri Principi. Questa passione e questa spinta spezzeranno le catene della solitudine e ci consentiranno di vincere. 

Voglio ringraziare tutte le Volontarie e Volontari della Croce Rossa Italiana dal profondo del cuore per quello che hanno fatto, per quello che fanno e per quello che continueranno a fare, anche e soprattutto in queste ore. Senza di Voi nulla sarebbe possibile. Siete una eccellenza nazionale e consentitemi di affermare che non sono mai stato così orgoglioso di essere il Vostro Presidente. Grazie ai dipendenti della Croce Rossa che, con la loro abnegazione, supportano il Volontariato quotidianamente, consentendoci di essere “ovunque e per chiunque”.

Auguri a tutti Voi e che questo sia, oltre al tempo della gentilezza, quello per una vera e propria rinascita.

 
 

 

 
 

 

 

 

 
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