Cannes 100 anni dopo. Rocca: le sfide umanitarie più urgenti riguardano la salute e i cambiamenti climatici
Esattamente 100 anni fa, nel 1919, il primo conflitto mondiale uccide milioni e milioni di persone e, parallelamente, l’influenza spagnola miete più vittime della Grande Guerra e si assiste, in breve tempo, al più grande cambiamento politico, culturale, economico e sociale del mondo. E’ in questo contesto che cinque Società Nazionali (Gran Bretagna, Francia, Italia, Giappone e Stati Uniti) decidono di organizzare la “Conferenza Medica di Cannes”. Uno dei risultati del consesso è che la Croce Rossa estende la sua funzione oltre la guerra, per promuovere la salute pubblica in tempo di pace.
Nel 1919 a Cannes la Croce Rossa estende la sua funzione oltre la guerra
Questo passo storico consentì di completare la visione iniziale di Henry Dunant. L’idea radicale di quest’ultimo, nata sul campo di battaglia nel 1859, segnò l’inizio dell’umanitarismo moderno in tutto il mondo. Oggi lo definiremmo un innovatore, un visionario, un rivoluzionario. Nel suo libro “Un souvenir di Solferino”, infatti, scrisse che la Croce Rossa doveva essere composta da persone ben addestrate e ben preparate, in grado di intervenire quando necessario, sia in tempo di conflitto armato che in tempo di pace.
Gettate le “basi” della Federazione Internazionale
A Cannes furono gettate le basi di quella che diventerà la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Henry Davison, Presidente della Croce Rossa Americana, propose in quell’occasione di dar vita a una Federazione delle Società Nazionali organizzatrici della Conferenza Medica di Cannes. La sua idea è alla base di quella che oggi è la Federazione Internazionale. Proprio questa organizzazione, che mi onoro di presiedere e che oggi comprende 191 membri e coinvolge oltre 12 milioni di volontari in tutto il mondo, sarà celebrata quest’anno.
Cannes 100 anni dopo: la sfida del clima
Ecco l’importanza dell’attuale incontro di Cannes, esattamente 100 anni dopo. Ancora una volta, il Movimento si trova qui a discutere delle sfide umanitarie più urgenti: salute e cambiamenti climatici. Questi ultimi sono un fenomeno già in atto da anni ma che, negli ultimi tempi, sta esplodendo in maniera allarmante. I nostri volontari sono in prima linea per preparare le comunità vulnerabili di tutto il mondo, già afflitte da altre grandi problematiche, ai crescenti rischi collegati all’innalzamento delle temperature. Non dobbiamo sottovalutare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute: gli scienziati concordano sul fatto che genereranno nuove epidemie e conseguenti cospicue perdite di vite umane negli anni a venire. Dobbiamo essere pronti ad affrontare questi rischi crescenti e investire ancora di più nella preparazione. Dobbiamo prevenire piuttosto che venire in soccorso, quando è già troppo tardi.
La necessità di sensibilizzare la comunità internazionale
In molti casi, i nostri volontari sono quelli che possono fare la differenza, avvertendo le persone di una tempesta in arrivo, di uno tsunami. A volte semplicemente dicendo agli anziani di bere molta acqua durante un’ondata di caldo. I giovani, in particolare, sono entusiasti di diffondere il tema. Ma oltre alle nostre attività umanitarie, c’è bisogno di un’azione concreta da parte della comunità internazionale e di un forte impegno da parte dei leader di tutto il mondo. L’azione globale sul clima sta crescendo – e questo è un buon segno – ma non è abbastanza. E’ necessario elevare il profilo della questione del cambiamento climatico. I nostri figli e le generazioni future non ci perdoneranno se non agiamo ora.
Lo ha detto il Presidente Francesco Rocca sul sito ufficiale www.francescorocca.eu