Indonesia: storie dal campo tra resilienza e sogni ad occhi aperti

 
Indonesia: storie dal campo tra resilienza e sogni ad occhi aperti
 

Shakila ha 11 anni, va alle scuole elementari, ama praticare taekwondo nel tempo libero e parla un buon inglese: “L’ho studiato con mia zia“. 

Il 28 settembre la sua casa è stata distrutta dal terremoto 7.4 che ha colpito l’isola e, da allora, vive nel campo “Terpadu” a Petobo, a sud di Palu, sull’isola di Sulawesi. Nel campo attualmente vivono circa 600 persone, ma tutto intorno è una distesa a perdita d’occhio di rifugi di fortuna. Tanto che la Palang Merah Indonesia (PMI), la Croce Rossa Indonesiana, ha già programmato di incrementare la capienza del campo con altre tende.

Sotto la tenda adibita a scuola, nonostante il caldo delle prime ore del pomeriggio, Shakila canta e balla per insegnare agli altri bambini i rudimenti dell’inglese a ritmo di musica. Anche se il sogna nel cassetto è un altro: “Impararlo in modo perfetto per poter girare il mondo“.

Shakila, come gli altri bimbi del Campo Terpadu, è assistita dal servizio di supporto psicologico della PMI: tra adulti e minori, fino ad oggi, 742 persone hanno ricevuto il sostegno di volontari specializzati, ritrovando momenti di allegria e “normalità”.

 

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Indonesia: storie dal campo tra resilienza e sogni ad occhi aperti
 
 

Intanto, a bordo del suo camion cisterna, Dahlan fa il giro del campo per distribuire acqua potabile. Dahlan ha 39 anni e viene da Makassar, una cittadina nel sud di Sulawesi. E’ volontario della PMI dal 2006 e da due settimane lavora e dorme in una foresta alla periferia di Palu, dove la Croce Rossa Indonesiana ha installato la Wash Eru, l’impianto per la purificazione dell’acqua in casi di emergenze.

Ho imparato le basi della chimica in un corso di formazione della Croce Rossa“, racconta Dahlan. “Sono felice di poter dare una mano ai miei connazionali in difficoltà“. A casa ha lasciato due bambine, la più piccola di un mese e mezzo, e la moglie: “Mi ha incoraggiato lei a venire e dare il mio contributo“.

Fino ad oggi la PMI ha distribuito oltre un milione e mezzo di litri di acqua potabile a più di quarantamila persone sfollate. 

Dahlan si divide i compiti – e la branda – con Bambang, 37 anni e anche lui di Makassar. “Quando ho sentito del terremoto e dello tsunami alla tv non ci ho pensato un attimo a mettermi a disposizione“. Nonostante gli oltre 15 giorni di vita nella foresta, i due volontari sembrano non sentire la stanchezza: “Sappiamo quanto sia importante l’acqua potabile in queste situazioni. Siamo solo contenti di poter dare una mano“.

 

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