In Montenegro il “Roma International Meeting”: buone pratiche sull’inclusione sociale della popolazione Rom

 
In Montenegro il “Roma International Meeting”: buone pratiche sull’inclusione sociale della popolazione Rom
 

Il 4 e 5 ottobre si è tenuto a Sutumore, nell’House of Solidarity della Croce Rossa del Montenegro, il “Roma International Meeting”, un evento supportato interamente dalla CRI e ideato per divulgare le attività compiute dalla consorella montenegrina nel settore dell’inclusione sociale della popolazione Rom residente in Montenegro e, in particolare, nel campo di Konik, il più grande insediamento rom nel Balcani, situato a Podgorica.

All’evento hanno partecipato diverse delegazioni delle Società Nazionali e della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, operanti nei Balcani come la stessa CRI, ma anche rappresentanti delle istituzioni montenegrine e delle principali ONG e organizzazioni nazionali e internazionali che operano a favore dei Rom in Montenegro e nella penisola balcanica. Inoltre, vi è stata anche la partecipazione dell’Ambasciatore Italiano in Montenegro, Luca Zelioli. 

La conferenza ha avuto l’obiettivo di presentare e condividere le buone pratiche che la Croce Rossa del Montenegro ha messo in campo dal 2003 a oggi per favorire l’integrazione dei residenti di Camp Konik.

Le buone pratiche suggerite e le testimonianze degli operatori della CR montenegrina che lavorano quotidianamente a stretto contatto con i rom da quasi 15 anni sono state raccolte in un case study “Red Cross of Montenegro Study on work with vulnerable groups-Eperience of Managing Camp Konik from 2003 to 2018”, redatto dallo staff della CR del Montenegro, sempre con il supporto della CRI. Nel testo vengono quindi identificate delle raccomandazioni da seguire per incrementare le attività con i rom o con le comunità più vulnerabili nei settori relativi: all’inclusione sociale, all’educazione, alla salute, all’assistenza legale, alla gestione degli alloggi e nella distribuzione di aiuti umanitari di prima necessità.

Tuttavia, nonostante i buoni risultati ottenuti e il miglioramento generale della condizione di vita dei rom di Konik, vi è ancora tutt’oggi una forte necessità di continuare il supporto alla popolazione residente, la quale è ancora molto emarginata e caratterizzata da alti tassi di disoccupazione lavorativa e difficili condizioni socio-economiche. L’impegno a favore dei rom della Croce Rossa del Montenegro sta continuando, seguendo come riferimento il quadro d’intervento del governo montenegrino “Strategy for Social Inclusion of Roma and Egyptians from 2016 to 2020”, delineato sulla base delle raccomandazioni formulate dalla Commissione Europea (EU Roma Framework 2020)  che invita gli stati membri UE e non ad attuare politiche volte a promuovere l’inclusione sociale dei Rom, al fine di garantirne un uguale accesso all’educazione, al lavoro, ai servizi sanitari e all’alloggio. La CRI, dal canto suo, grazie alla presenza della sua Delegazione per i Balcani con sede a Podgorica, continuerà a monitorare ed eventualmente a supportare la consorella in nuove iniziative congiunte che mirano all’integrazione dei Rom nel paese e nella regione balcanica.

 
 

In Montenegro il “Roma International Meeting”: buone pratiche sull’inclusione sociale della popolazione Rom
 
In Montenegro il “Roma International Meeting”: buone pratiche sull’inclusione sociale della popolazione Rom
 
 

I contributi della CRI alla conferenza

Durante il meeting la CRI ha avuto anche l’occasione di presentare il nuovo progetto di inclusione sociale nei campi rom della Barbuta e della Monachina, a cura del Comitato CRI di Roma. Tale progetto, finanziato da fondi europei e messi a disposizione del Comune di Roma che ha definito un piano strategico cittadino sull’inclusione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti, mira ad un’integrazione socio-economica e al superamento dei campi rom presenti nella capitale. In seguito, in un ulteriore spazio dedicato all’intervento della CRI, è stata presentata l’azione generale svolta sul tema dell’assistenza alle persone migranti sia nell’immediato intervento allo sbarco, sia nella fase di accoglienza. Nello specifico è stato anche presentato il progetto del Safe point, ideato dalla CRI e attualmente adottato dai propri comitati come servizio di orientamento e supporto alle persone migranti.

 

In Montenegro il “Roma International Meeting”: buone pratiche sull’inclusione sociale della popolazione Rom
 
In Montenegro il “Roma International Meeting”: buone pratiche sull’inclusione sociale della popolazione Rom
 
 

Breve Storia di Camp Konik e l’impegno della CRI a supporto della Croce Rossa del Montenegro

Si stima che i rom in Europa siano tra i 10 e i 12 milioni e sono tutt’oggi il gruppo etnico minoritario più vulnerabile e discriminato in tutto il Continente. In Montenegro durante le guerre balcaniche degli anni ’90 circa 4.000 persone, provenienti dai paesi confinanti come Bosnia ed Erzegovina e Kosovo e in gran parte corrispondenti alla popolazione rom, si rifugiò a Podgorica nel campo allestito di Konik. 
La situazione lì, rispetto ai primi anni 2000, è molto migliorata grazie a un processo graduale d’integrazione della popolazione rom nel tessuto socio-economico della città e al contemporaneo miglioramento infrastrutturale del campo, costituito per molti anni solamente da sole baracche e container, soggette spesso a disastri naturali e incendi, e ora invece, sostituiti da vere e proprie case che ospitano al momento più di 2000 persone.

La CRI è al fianco della propria consorella sin dai primi anni della gestione del campo (2003) a lei affidata, in qualità di executive partner dell’UNHCR, supportando per molti anni l’attuazione di un progetto volto a promuovere l’integrazione di bambini, adolescenti e  giovani donne rom nella società montenegrina, tramite l’educazione scolastica ed extrascolastica. Le attività progettuali sono state formulate per: accrescere l’inserimento scolastico; sensibilizzare i genitori rom sull’importanza del percorso scolastico; prevenire l’abbandono scolastico dei giovani rom, svolgendo anche attività di supporto scolastico addizionale ed extracurriculare come quelle sportive e ricreative; favorire l’accesso ai servizi socio-sanitari e a sensibilizzare la popolazione rom sulla tutela della salute pubblica e sull’adozione delle pratiche d’igiene di base. Il progetto, che si è svolto dal 2012 fino ai primi mesi del 2018, ha raggiunto una media annuale di circa 700 beneficiari diretti, tra i quali circa 100 bambini in età prescolare frequentanti l’asilo nido di Konik (anch’esso costruito grazie al supporto finanziario della CRI), più di 400 bambini iscritti nelle scuole pubbliche, 100 donne rom e 100 adolescenti rom che hanno partecipato ai vari workshop sulla salute pubblica e alle attività formative addizionali previste.

I risultati ottenuti da tale progetto sono anche descritti e analizzati in un ulteriore lavoro di ricerca (in allegato). La ricerca in oggetto è stata redatta durante lo svolgimento delle attività progettuali di monitoraggio e ripercorre la storia dell’intervento CRI a favore dei Rom nei Balcani, illustrandone metodologie e risultati ottenuti, specialmente nel contesto montenegrino.

 
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