Una partita di calcio a Cox’s Bazar: spiragli di normalità tra chi è fuggito dalle violenze nel Rakhine

 

Una partita di calcio a Cox’s Bazar: spiragli di normalità tra chi è fuggito dalle violenze nel Rakhine
 Una partita di calcio a Cox’s Bazar: spiragli di normalità tra chi è fuggito dalle violenze nel Rakhine
  

Giocare a calcio non significa solo calciare una palla e fare goal. Soprattutto a Cox’s Bazar, correre dietro una palla significa molto di più.Il calcio è rispetto delle regole, lealtà verso l’avversario, lavoro di squadra. Far parte di un team, vuol dire anche soffrire e gioire insieme per una sconfitta o per una vittoria. Proprio per questo, a Burma Para, tra le attività messe in campo dalla Mezzaluna Rossa del Bangladesh che, con il sostegno della Croce Rossa danese, gestisce un programma di sostegno psicosociale post traumatico, c’è un torneo di calcio per ragazzi.Il calcio è molto amato dalla comunità ed è possibile giocare anche se le condizioni meteorologiche non sono delle migliori, come spesso accade durante la stagione delle piogge, che ogni anno colpisce queste zone. Il calcio quindi non è solo un’attività ricreativa, non si tratta solo di un gioco ma di un’attività che insegna ai ragazzi coinvolti ad affidarsi a una guida, il loro allenatore, ad avere un rituale da seguire come i saluti iniziali agli avversari, a rispettare le decisioni dell’arbitro e a giocare secondo le regole. E almeno quando la partita inizia, tutto sembra normale. E una mattina a Cox’s Bazar sembra una nomale mattina in un villaggio qualsiasi.

 
Dalla rubrica “Persone sul campo”, il racconto di Rosaria Grazia
Domenella, delegata CRI per il supporto psicosociale

 

Una partita di calcio a Cox’s Bazar: spiragli di normalità tra chi è fuggito dalle violenze nel Rakhine
 Una partita di calcio a Cox’s Bazar: spiragli di normalità tra chi è fuggito dalle violenze nel Rakhine
  

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