Fabio e il Gruppo carcere della CRI di Pescara: “La persona è la cosa più bella che c’è in carcere”

 

Fabio e il Gruppo carcere della CRI di Pescara: “La persona è la cosa più bella che c’è in carcere”
il Gruppo carcere della CRI di Pescara

Il detenuto è una persona come noi che ha avuto una storia
diversa dalla nostra. È questo il motivo che mi ha consentito di potermi
avvicinare a questo mondo con la giusta ‘pulizia mentale’ perché quando entri
in realtà di questo genere, inevitabilmente sei condizionato dal pregiudizio.

Fabio Nieddu ha 44 anni, fa parte del Comitato CRI di Pescara ed è in Croce Rossa da circa 20 anni. È entrato in CRI dopo essere venuto in contatto con la sofferenza nel centro di ematologia dell’ospedale di Pescara durante un percorso scoutistico e “da lì ho iniziato a interessarmi alla CRI, partecipando al corso di accesso”.Il suo interesse per il mondo dei detenuti parte da lontano. Fabio è avvocato e Garante dei Detenuti nella sua città. Entrando in carcere per motivi di lavoro ha sempre avuto il desiderio di comprendere quelle dinamiche che non erano prettamente giuridiche e di approfondire i risvolti sociali che la detenzione provoca all’interno di una struttura carceraria. Nasce da qui, nel 2008, la sua idea di creare un gruppo CRI che si occupasse dell’assistenza ai detenuti in carcere, esperienza che prosegue tutt’ora.

  

Ma chi è per Fabio il detenuto? “Il detenuto è una persona che ha sbagliato nella propria vita e che sta scontando la pena per quell’errore commesso. Noi possiamo e dobbiamo aiutarlo a tornare finalmente protagonista della sua vita: un impegno che abbiamo assunto con entusiasmo e per il quale lavoriamo ogni giorno. La persona: la cosa più bella che c’è in carcere”. Il Gruppo carcere della CRI di Pescara, formato da circa 20 volontari, sostiene e supporta anche le famiglie delle persone detenute. Oltre a questo, il Comitato porta avanti una serie di iniziative dentro il carcere. Da due anni, ad esempio, finanzia un corso di alfabetizzazione informatica per dieci collaboratori di giustizia e un corso di inglese per i detenuti. Inoltre, ogni anno a dicembre, per le festività natalizie, il Comitato CRI organizza, con i calciatori del Pescara Calcio, una tombolata nella casa circondariale.

 
Da Garante dei detenuti insieme ai ragazzi
del Gruppo recepiamo bisogni ed esigenze e, durante le riunioni settimanali,
cerchiamo di dare risposte per poi comunicarle al recluso nell’incontro
successivo.

Sottolineando costantemente
l’importanza della persona, Fabio ricorda uno dei tanti episodi di umanità nati
dall’esperienza con i detenuti:

Un uomo con reati pesanti alle spalle, con un lungo e duro percorso di riabilitazione, autorizzato a partecipare alla Comunione del figlio. Sono io ad accompagnarlo fuori dal carcere, per la prima volta dopo 8 anni. È vestito elegante, con occhi lucidi e barba appena fatta. Arriviamo sotto casa, si apre il portone e compare un bimbo dolcissimo con la camicia bianca fuoriuscita dai pantaloni blu, che si lancia a braccia spalancate verso il papà. Dopo un interminabile abbraccio, l’uomo dice: ‘Ti ho portato un regalo, spero che ti piaccia’. Il figlio, con le guance bagnate dalle lacrime e senza staccarsi dall’abbraccio risponde: ‘Sei tu il regalo più bello!’. Tra le tante cose di cui abbiamo parlato, l’uomo mi confessa di aver compreso i gravi errori commessi nella vita e di sentirsi pronto ad iniziare un nuovo percorso. 

 Fabio e il Gruppo carcere della CRI di Pescara: “La persona è la cosa più bella che c’è in carcere” 

Cosa significa fare volontariato? “È uno stile di vita ed è una delle cose più belle per la quali mi sento debitore alla CRI”. Oggi, Fabio è Presidente del Comitato CRI di Pescara dopo esserlo stato dell’ex Comitato Provinciale: “La mia fortuna? Essere circondato da una squadra di volontari motivati che vivono la propria quotidianità in Croce Rossa con estrema passione. Io, come le persone che aiutiamo, devo tutto a loro. Ringrazio quindi tutti i volontari della Croce Rossa e non solo ma in particolare ringrazio quelli che mi stanno aiutando a realizzare ciò che, fino a qualche anno fa, era solo un sogno”.

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