Sociale. Fioroni a incontro su Fondo Europeo di Aiuti agli Indigenti: “Distribuzione alimentare primo step di piu’ articolati percorsi di inclusione”
Sono oltre duecentottantamila le persone povere assistite dalla Croce Rossa Italiana, dal 2014 a oggi, attraverso il “Fondo Europeo di Aiuti agli Indigenti”. Si tratta di nuclei familiari che vivono gravissime difficoltà economiche e alle quali la CRI, in tutta Italia, fornisce un aiuto concreto. Più noto come “Viveri Agea“, il progetto nazionale prevede la fornitura, ad alcuni organismi accreditati tra i quali la CRI, di derrate alimentari che l’Agea provvede a fornire tramite bandi sostenuti in gran parte grazie al finanziamento europeo.Il Fondo è, al momento, al vaglio della Commissione Europea che dovrà decidere se finanziarlo, modificarlo o interromperlo dopo la scadenza del 2020. Oggi, per la prima volta con rappresentanti delle Unità Territoriali, la Croce Rossa Italiana e le altre associazioni partner di Agea si sono riunite a Roma per discutere dei risultati di un’indagine, condotta sul campo, su criticità e punti di forza del progetto.All’incontro erano presenti la Responsabile Tavolo Povertà della CRI, Emerenziana Rorato, insieme a rappresentanti del Comitato di Padova, Latina, Rimini e Pisa e al Consigliere Nazionale CRI, Paola Fioroni, che ha spiegato:
Siamo molto soddisfatti per questo confronto con le Unità territoriali, attraverso il quale è emerso come l’aiuto alimentare sia di fondamentale importanza, al di là delle valenze immediate, in quanto step iniziale nell’individuazione di più articolati percorsi di inclusione, che necessitano di un grandissimo lavoro di rete e compartecipazione progettuale tra Istituzioni e Associazioni. Anche alla luce di queste considerazioni, produrremo un documento che affermi la rilevanza di questo programma di distribuzione. L’aiuto alimentare ci permette di dare risposta ai bisogni primari delle persone vulnerabili e rappresenta per noi un efficace strumento per ‘abbattere il muro di diffidenza’, instaurare una relazione d’aiuto con queste persone e attivare percorsi e progetti realmente inclusivi”.