Giornata Internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Rocca: serve impegno globale contro il razzismo
“Nessuno nasce odiando un’altra persona a causa del colore della sua pelle, del suo background o della sua religione. La gente impara a odiare. Se si può imparare a odiare, si può insegnare ad amare, perché l’amore è più naturale per il cuore umano rispetto al suo opposto”. Con le parole di Nelson Mandela voglio iniziare la mia riflessione su una giornata molto importante e delicata, celebrata in tutto il mondo il 21 marzo: la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale, voluta dalle Nazioni Unite nel per ricordare il massacro di Sharpeville del 1960, pagina tra le più sanguinose dell’apartheid in Sudafrica. A distanza di sessant’anni da quegli episodi, esiste ancora lo stigma verso chi, a vario titolo, si ritiene diverso e, dunque, pericoloso. Assistiamo negli ultimi anni a un rinvigorito razzismo, alimentato dalla narrativa tossica dei fenomeni migratori, ma anche dai crescenti divari socio-economici, dalle guerre, dall’incertezza sociale, dall’indifferenza di alcuni governi. È in corso una progressiva negazione dei diritti umani che mi preoccupa molto e deve farci riflettere. Basta sfogliare le cronache quotidiane di tutto il Pianeta per rendersene conto.In Italia, i casi di discriminazione sono all’ordine del giorno. Secondo i dati rilevati dall’UNAR (Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri) in Italia due casi di discriminazione su tre avvengono per una spinta di tipo razzista. Un fattore poco noto che alimenta questo trend è quello del cosiddetto hate speech, l’odio sul web, veicolato in particolare attraverso i social media. 2.100.000 potenziali contenuti discriminatori sono rilevati ogni anno sul web. L’ultima relazione della “Commissione d’indagine del Parlamento italiano su fenomeni di odio, intolleranza, xenofobia e razzismo” dimostra l’esistenza di una piramide dell’odio alla cui base si pongono stereotipi, rappresentazioni false o fuorvianti, insulti, linguaggio ostile “normalizzato” o banalizzato e, ai livelli superiori, le discriminazioni e quindi il linguaggio e i crimini di odio. La Croce Rossa Italiana è da sempre attiva nella prevenzione, contrasto e monitoraggio delle discriminazioni, ad esempio in Sicilia attraverso i cosiddetti Sportelli antidiscriminazione, punti di accesso per l’utenza, con l’obiettivo di ascoltare e orientare chi si sente vittima di una forma di discriminazione. Ma il nostro lavoro non finisce qui. I volontari, infatti, svolgono attività di sensibilizzazione nelle scuole e informazione esterna presso enti e associazioni. Eppure questo non basta. La narrazione (soprattutto mediatica) sui cittadini di origine straniera presenti in Italia va normalizzata su dati precisi di realtà e con informazioni corrette.In questa Giornata Internazionale, invito i governi, le organizzazioni internazionali e non governative, i media, la società civile e tutti gli individui ad impegnarsi in modo significativo per lavorare insieme contro qualunque forma di discriminazione, ogni volta e ovunque si manifesti. “Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso” ha scritto Mandela. Ecco, non dobbiamo arrenderci. Lo ha scritto Francesco Rocca, presidente nazionale CRI, sulla pagina ufficiale www.francescorocca.eu