Niger. Rocca (IFRC): politiche migratorie non possono essere una scelta tra sicurezza e dignità. Il Sahara è tanto letale quanto il Mediterraneo
Le politiche che danno priorità al controllo, a scapito della sicurezza e della dignità dei migranti, possono essere crudeli, controproducenti e contribuire ad aumentare la sofferenza delle persone che si dirigono verso la costa nordafricana. Non è una
scelta tra sicurezza e dignità. Dobbiamo respingere, assolutamente, l’idea che la decisione
dei governi di ridurre o limitare la migrazione possa mai giustificare
l’aumento della sofferenza dei migranti.
Questa è la valutazione di Francesco
Rocca, Presidente della Federazione
Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC),
in visita ad Agadez in Niger fino a sabato. Francesco Rocca ha visitato Agadez, nel nord del Niger, con Ali Bandiare, il Presidente della Croce Rossa locale. Agadez è una città ai margini del deserto del Sahara, su una rotta importante per le persone che viaggiano dall’Africa occidentale alla Libia e poi oltre. Rocca ha incontrato i migranti che hanno raccontato di essere bloccati in Niger: impossibilitati a dirigersi verso nord a causa di maggiori controlli e, nello stesso tempo, impossibilitati a tornare a casa.
Ci sono
politiche migratorie che sono fallite da decenni. Le persone
vogliono ancora migrare ciò che cambia è che sono costretti a
correre rischi peggiori, a prendere strade ancora più pericolose. Le persone
che ho incontrato ad Agadez mi hanno detto che il Sahara è tanto letale quanto
il Mediterraneo. La differenza è che non sappiamo quante persone siano morte lì
o quali condizioni inumane abbiano affrontato.
Francesco Rocca ha scelto il Niger, come destinazione per la sua prima visita in Africa come Presidente della Federazione Internazionale, proprio per il ruolo prominente del paese come punto di transito per molti migranti. Nel 2017, infatti, circa 350.000 persone hanno viaggiato attraverso il Niger. Tuttavia, alla fine del 2015, a seguito di una nuova legge per controllare il movimento delle persone, c’è stato un calo del numero di migranti dell’80%. Le persone migranti, infatti, sono state costrette a trovare percorsi alternativi.Il
presidente dell’IFRC ha chiesto, perciò, una risposta umanitaria più efficace
in Niger, basata su maggiori investimenti nelle capacità locali.
Dobbiamo
ripensare l’intervento umanitario, partendo dal potenziamento degli attori
locali che sono nella posizione migliore per rispondere adeguatamente alle
sfide. La localizzazione è una parola chiave: ecco perché l’IFRC vuole
rafforzare il suo sostegno alla Croce Rossa del Niger. Facciamo
appello a tutti i nostri partner e alle parti interessate per sostenere i
nostri sforzi. Supportare le nostre Società Nazionali significa supportare un
aiuto neutrale, indipendente e imparziale per tutti i bisognosi, comprese le
persone in movimento e le comunità locali. Le persone vulnerabili in Niger non
devono essere lasciate sole e hanno bisogno del nostro impegno nel garantire la
dignità umana e assicurare protezione e servizi essenziali.
Rocca ha
infine sottolineato l’importanza di fornire informazioni accurate e affidabili
alle persone in movimento, incluse quelle sui rischi, servizi, risorse, diritti
e responsabilità.