Sierra Leone, alluvioni: corsa contro il tempo dei volontari Croce Rossa. Rocca: “Non dobbiamo lasciarli soli”

  

Sisma, a Cascia una nuova ala dell’ospedale . Messi a disposizione dalla CRI altri 8 moduli in cui verranno forniti servizi di riabilitazione, ambulatoriali e raccolta sangue. E a San Ginesio inizia il nuovo piano di supporto socio-sanitario
© Croce Rossa Sierra Leone

  

Operatori e volontari della Croce Rossa continuano a
lavorare freneticamente per soccorrere i sopravvissuti e assistere le comunità che
hanno perso le loro case e i loro cari durante l’alluvione che ha sommerso almeno trecento persone, tra cui sessanta
bambini, nei giorni scorsi in Sierra Leone, in
particolare intorno alla capitale Freetown.

 I danni più gravi – scatenati da tre giorni di piogge
torrenziali- sono avvenuti nel sobborgo costiero del Racecourse sul lato
orientale della città, così come a Regent e Lumley, dove migliaia di
insediamenti improvvisati ospitano le comunità più povere della città.”Non ho mai visto niente di simile”, ha dichiarato Abdul Nasim, coordinatore di Progetto della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC). “Un fiume di fango è venuto fuori dal nulla e ha inghiottito intere comunità, spazzandole via. Stiamo correndo contro il tempo, contro le inondazioni e contro il rischio di malattie per aiutare queste comunità colpite a sopravvivere e a far fronte alla loro perdita”.Le squadre di soccorso, incluse decine di volontari della Croce Rossa della Sierra Leone (SLRCS), stanno ancora recuperando persone dal fango e dai detriti e stanno aiutando tutti gli altri a lasciare le zone colpite. In più sono impegnati nel fornire assistenza medica ai feriti e nel trasferimento dei corpi per una sepoltura dignitosa.”I nostri operatori e i nostri volontari, molti dei quali provengono dalle aree colpite, sono sconvolti da questo disastro”, ha dichiarato Constant Kargbosegretario generale di SLRCS. “Le esigenze sono enormi. In più le strade danneggiate e le interruzioni della corrente e delle linee di comunicazione rendono ancora più difficile il soccorso da parte dei nostri volontari che con fatica stanno raggiungendo e sostenendo le comunità colpite”.

 

Le esigenze della comunità, però, con il passare dei mesi sono aumentate. Da qui l’esigenza di realizzare una seconda ala dell’ospedale, di oltre 100 mq, che sarà aperta nei prossimi giorni
© Croce Rossa Sierra Leone

   

Le esigenze della comunità, però, con il passare dei mesi sono aumentate. Da qui l’esigenza di realizzare una seconda ala dell’ospedale, di oltre 100 mq, che sarà aperta nei prossimi giorni
© Croce Rossa Sierra Leone

 

  

“Voglio esprimere, a nome di tutta la Croce Rossa Italiana, la solidarietà alla Consorella della Sierra Leone che, in queste ore, è impegnata a far fronte a un’immane catastrofe. Si tratta di una Società Nazionale molto attiva su vari fronti e con la quale abbiamo già collaborato lo scorso anno sul fronte ‘emergenza ebola’. Non dobbiamo lasciarli soli”. Centinaia di corpi sono stati già recuperati. Tuttavia, con 600 persone ancora mancanti all’appello, è probabile che questa cifra possa aumentare. Si stima che circa 3.000 persone o poco più abbiano perso le loro case e che hanno immediato bisogno di assistenza e di un rifugio sicuro.La Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha stornato più di 270.000 franchi svizzeri dal suo Fondo Emergenza di Disaster Relief (DREF) per rafforzare le attività di ricerca e soccorso. Questi fondi di emergenza consentiranno ai volontari di assistere più di 9.000 persone nel primo soccorso, l’assistenza sanitaria, l’acqua, la sanità, la promozione dell’igiene e i beni di prima necessità. 

 

Categorie: News

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