Varese Ligure: scuola di vita nella grande famiglia CRI

Foto di Fiammetta Cogliolo/ItRC

Immersa nel verde di uno dei borghi più belli dell’entroterra ligure sorge l’ ex colonia della Croce Rossa Italiana che, da un paio d’anni, è un centro polifunzionale all’interno del quale la CRI svolge corsi di aggiornamento e formazione per i suoi volontari.Da qualche settimana, però, la struttura ha acquisito nuove funzionalità diventando, per l’emergenza, un centro di transito per i migranti che scappano dalla guerra libica per raggiungere il paese della speranza. Il nome di questo paese è per molti di loro sconosciuto, ma la voglia di vivere la conoscono bene ed è quella in cui hanno creduto profondamente, tanto da mettere a repentaglio le loro stesse vite. Il loro desiderio di rinascita è stato compreso fortemente dagli operatori CRI che prestano servizio nell’ex colonia di Varese Ligure e, in attesa che una nuova vita inizi per gli sfortunati migranti, hanno trasformato quello che doveva essere un semplice centro di accoglienza in un vero e proprio centro di “primo inserimento”, impartendo ogni giorno lezioni di italiano e di educazione civica sotto la tenda pneumatica, montata all’interno dell’ampio spazio verde antistante la struttura.

  Foto di Fiammetta Cogliolo/ItRC

Tutto ciò è reso possibile grazie alla disponibilità di alcuni volontari e di Don Sandro, parroco di una piccolissima frazione, Scurtabò, del comune di Varese Ligure, che da oltre una settimana si dedicano a loro con amore e pazienza. Durante le lezioni i profughi apprendono le parole basilari che gli permetteranno di inserirsi al meglio nel mondo del lavoro e uscendo dalla struttura, accompagnati dai volontari, si confrontano con usi e abitudini visitando luoghi e realtà di un paese così diverso dal loro. Grande è l’impegno profuso dai ragazzi che, desiderosi di imparare, seguono con attenzione tutte le lezioni sia teoriche che “pratiche”.Don Sandro ogni giorno, nella tenda scuola, dopo le lezioni celebra la santa messa per la maggior parte dei migranti che sono di religione cattolica. Alla funzione domenica scorsa hanno partecipato anche alcuni abitanti del piccolo borgo.

  Foto di Fiammetta Cogliolo/ItRC

Per chi è di religione musulmana, invece, sorella Giuseppina, la più “anziana” delle infermiere volontarie presenti nella struttura e familiarmente chiamata “grandmother” (nonna) dai profughi, ha provveduto a cucire alcuni tappetini di preghiera ed ha indicato la direzione della Mecca, consentendogli di praticare il loro culto anche in questa situazione precaria e di emergenza. Ma a Varese Ligure arrivano anche nuclei familiari con i loro bambini ed è allora che tutto si colora e prende vita. La scuola dei grandi si trasforma in un immenso parco giochi (generosamente donati dagli abitanti del paese) e le volontarie diventano vere e proprie babysitter che, con grande calore e affetto, si dedicano ai piccoli giocando con loro, insegnandogli a contare cantando, a pronunciare qualche parola nella nostra lingua, ma soprattutto facendo tornare sui loro volti quei sorrisi persi tra le atrocità della guerra e le terribili onde della traversata che, speriamo, non ricorderanno più.E’ difficile per chi è impegnato nell’emergenza non metterci l’anima e il cuore, anzi, impossibile, e tutti coloro che arrivano nell’ex colonia, grandi e piccini, percepiscono l’immenso amore che gli viene dal primo istante donato da ogni singolo volontario che vive all’interno della grande famiglia della Croce Rossa Italiana.Fiammetta CoglioloReferente Comunicazione CRI Liguria

          

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