'Tutti Fratelli!’ in vetta al Monte Bianco: il sogno di Pietro

Pietro  - Croce Rossa Roma

Piero, Mauro, Mario, Cesare, Cinzia, Laura e Pietro sono 7 Volontari della Croce Rossa Italiana romana, 7 amici che per quasi 8 mesi, insieme, aiutati da una nutrizionista, un personal trainer e un fisioterapista, si sono preparati per quello che era un sogno condiviso: salire in vetta al Monte Bianco per depositare un messaggio di pace e fratellanza e poi di vetta in vetta sino al cuore di ogni uomo… Tutti Fratelli!Quando sento Mario per telefono la prima volta qualche settimana fa, la prima cosa che mi dice è: “Siamo 7 come i 7 Principi del Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa” e nella sua voce riconosco l’orgoglio e il senso di responsabilità di far parte di un qualcosa di grande come una Associazione di volontariato diffusa in tutto il mondo, con circa 17 milioni di Volontari attivi e 190 Società Nazionali.Per noi del Comitato Regionale Valle d’Aosta i Volontari romani, nostri ospiti per l’ascensione, sono diventati “i ragazzi”.Domenica pomeriggio, il 17 luglio, sono stati accolti da alcuni Volontari valdostani, presso la Caserma Fior di Roccia in Val Veny, sede del Centro Nazionale di Formazione per il Soccorso sulle Piste da Sci della Croce Rossa Italiana e lunedì sono saliti sulla ferrata del Rifugio Monzino.In serata ci siamo sentiti per accordarci sulla cena del giorno dopo in Val Ferret e per l’esercitazione congiunta di protezione civile che avremmo dovuto svolgere mercoledì sera… Erano entusiasti e carichi per le giornate che sarebbero seguite!Sono le 13.32 di martedì 19 luglio quando squilla il cellulare: c’è stato un incidente sul Petit Mont Blanc… Uno dei ragazzi non ce l’ha fatta: il ragazzo è Pietro, ha 54 anni e alcuni ‘4000 metri’ alle spalle; da poco è stato sul Monte Rosa.Da quell’istante la macchina della gestione emergenze del Comitato Regionale Valle d’Aosta si è messo in moto per dare supporto ai ragazzi e alla famiglia di Pietro.

  i ragazzi durante l'esercitazione

I Volontari valdostani si sono attivati, alternandosi sul campo e in sala operativa h24 per garantire la logistica interna alla Caserma e vicinanza affettiva ai ragazzi, che desse sostegno e permettesse loro di attendere i familiari il più tranquillamente possibile.Finalmente giovedì 21 luglio la mamma, la sorella, il cognato, i nipoti e il Presidente del Comitato locale romano di Pietro sono stati da noi accolti e accompagnati alla Caserma: nel frattempo abbiamo predisposto la presenza di una Volontaria infermiera professionista, di una Infermiera del Corpo delle Infermiere Volontarie, di due psicologhe delle emergenze, tutti a disposizione dei ragazzi e dei familiari nel momento tra i più difficili di questa tragedia: l’incontro con Pietro alla camera ardente.Le lacrime e il dolore, l’angoscia e l’impossibilità di comprendere quanto stesse accadendo sono stati accompagnati anche da sorrisi, da forti abbracci, da aneddoti su Pietro e sulle storie da ognuno vissute in montagna.A Pietro che ha creduto in un sogno e in un ideale che milioni di Volontari ogni giorno continuano a portare avanti lavorando a sostegno dei più vulnerabili, in ogni angolo del mondo.Simona Ferraris – Comitato Regionale CRI Valle d’Aosta

  

              

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