Terremoto, per la prima volta il servizio di Restoring Family Links tra gli strumenti per l’emergenza messi in campo dalla Croce Rossa

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Nei giorni dopo il terremoto nel Centro Italia per la prima volta è stata allestita nella Sala Operativa Nazionale della Croce Rossa italiana anche una postazione Restoring Family Links (RFL), che ha via via assunto un ruolo centrale tra tutti gli attori impegnati nell’emergenza. Un lavoro importantissimo che ha permesso di far ricongiungere i familiari con le persone disperse durante il sisma e di “censire” le popolazioni colpite. Un impegno che ha richiesto cinque operatori dedicati sul campo, l’aiuto costante dei volontari CRI e delle infermiere volontarie, il coordinamento della SON e sei giorni di operazioni. Centinaia i nomi e le identità da verificare e incrociare: dalla lista anagrafica degli abitanti alle persone transitate dal pronto soccorso, dai trasferimenti negli ospedali agli elenchi dei vigili del fuoco.”Siamo stati in grado di dare risposte certe su dove si trovava il familiare e se stava in buona salute – spiega Francesco Montrone, focal point del servizio RFL presso la SON – Per i defunti invece spettava alla Prefettura comunicare la notizia per il riconoscimento della salma da parte di un familiare”. Francesco, volontario anche durante i terremoti dell’Aquila e in Emilia, è stato tra i primi ad attivarsi nell’utilizzo del servizio RFL durante l’emergenza: 

 

“Il nostro è diventato un centro di smistamento di informazioni in tempo reale – racconta – mettendo in relazione i centri operativi, i presidi medici, le questure, le prefetture e i vigili del fuoco, svolgendo così un lavoro capillare”. Grazie anche a degli sportelli di assistenza alla popolazione sul territorio, come ad esempio quello aperto presso il Coc di Amatrice, venivano registrate le richieste di persone che cercavano i propri parenti e dove era possibile registrare la propria “presenza” per eventuali ricerche di congiunti”.La situazione dei dispersi nei giorni del terremoto è stata resa più complicata dai residenti stagionali e dai turisti accorsi per assistere alla “Festa dell’Amatriciana” che si sarebbe svolta in quei giorni. “Mentre nella provincia di Ascoli i dispersi erano tutti residenti del territorio, ad Amatrice – continua Francesco Montrone – è stato più difficile proprio per questo motivo. Tra persone di passaggio e seconde case è stato richiesto uno sforzo maggiore per verificare tutte i nominativi”. Ma attraverso la condivisione di informazioni e il lavoro in sinergia con le istituzioni in pochissimi giorni Croce Rossa italiana è riuscita a far chiarezza su alcuni casi fino a quel momento non risolti. Insomma la partecipazione del Servizio RFL di CRI ha dato dimostrazione di efficienza in un ruolo che non era stato preso in considerazione fino ad ora con la preparazione, capacità e precauzioni, nel rispetto delle vittime e delle persone coinvolte nel sisma.

 
Per approfondire le attività della CRI in sostegno delle popolazioni colpite dal sisma clicca qui

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