Terremoto, Campagna Facebook: la Croce Rossa risponde alle polemiche del Comune di Assisi

 Volontari di Croce Rossa Italiana impegnati nel sostegno alle popolazioni colpite dal sisma in Umbria 

Il 23 dicembre scorso sulla pagina ufficiale Facebook della Croce Rossa Italiana è stata pubblicata una campagna promossa da Facebook Italia sulla e in favore della ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.Nelle immagini del video “Reversible Live” si fa riferimento a qualcosa di impossibile ed evidentemente non realistico, ovvero il “rewind”, il poter tornare indietro solo spingendo un tasto. Chiaramente questo è un paradosso che nella vita reale di tutti i giorni, come nelle emergenze, non è possibile. Nel video si susseguono vari fotogrammi di disastri di ieri e di oggi. Le immagini scorrono al contrario, dal momento del crollo alle strutture integre ancora non colpite dal terremoto: è chiaro, guardando il video, che si tratta di un montaggio surreale impossibile da equivocare. Alla fine compare il testo che spiega la campagna social: “Non si può mai tornare indietro. Ma si può guardare avanti. Insieme”.Questa campagna rientra nella collaborazione che la Croce Rossa Italiana ha con Facebook che all’indomani del terremoto ha deciso di donare dei credit alla CRI per generare un indiretto effetto moltiplicatore di solidarietà. Per evitare lo spreco di risorse, inoltre, si è deciso di ideare una campagna che potesse tenere i riflettori accesi anche quando l’emergenza fosse passata a fronte di una permanenza reale dei bisogni. Proprio per questo è stata organizzata un’iniziativa chiamata “Hack for good”, ovvero un concorso lanciato da Facebook Italia e Croce Rossa Italiana, in collaborazione con Assocom e Adci, per art director, copywriter e planner. L’idea vincitrice è stata proprio quella della campagna in questione che è incentrata sull’utilizzo  del tasto “rewind”.Pochi giorni dopo il lancio del video, la Croce Rossa Italiana è stata bersaglio di polemiche per l’utilizzo di alcuni fotogrammi, strumentalmente decontestualizzati, del terremoto del ’97 nei quali appariva  la Basilica di Assisi. Fin da subito, la CRI si è resa disponibile nei confronti dell’Amministrazione del Comune di Assisi e della Regione Umbria modificando per ben due volte il testo del post su Facebook.Il 31 dicembre il vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, diffondeva alle agenzie di stampa e ai media un comunicato in cui dichiarava: “Abbiamo apprezzato la disponibilità con la quale il segretario generale della Croce Rossa, Flavio Ronzi, si è fatto carico dell’accaduto modificando il post incriminato. A lui e alla sua organizzazione va riconosciuta la disponibilità per essersi prodigati per risolvere questo spiacevole inconveniente”. In questo modo le polemiche sembravano concluse.Purtroppo, però, gli attacchi contro la Croce Rossa Italiana sono continuati anche nelle ultime ore e questo testo vuole chiarire una volta per tutte cosa è successo.È assurda la polemica contro la Croce Rossa che prima, durante e dopo il terremoto del ’97, come nel caso delle ultime drammatiche scosse, è stata vicina alla gente e alle amministrazioni  locali, con i nostri volontari impegnati ad aiutare chi ha bisogno, ogni giorno, nelle emergenze come nella quotidianità.  Di certo, i nostri volontari non avevano bisogno di questa polemica che sembra essere diventata solo uno strumento per avere un po’ di risonanza mediatica. Peccato che tutto questo accada sulla pelle di chi ha scelto di fare volontariato, di chi è a disposizione delle proprie comunità in qualsiasi situazione, di chi si è messo all’opera un istante dopo le maledette scosse di terremoto che hanno colpito il Centro Italia a agosto e a ottobre e di chi sta ancora presidiando i territori colpiti anche nel periodo delle festività, in ogni condizione e in ogni modo.Rispediamo al mittente tutte le polemiche contro la Croce Rossa Italiana e sinceramente siamo stupiti e amareggiati che qualcuno voglia usare una campagna social, condivisa e compresa da milioni di utenti, per fare polemica, invece di sostenere le migliaia di volontari che operano sul territorio, in Umbria, come in tutta Italia.La Croce Rossa Italiana si riserva di tutelare la propria immagine nelle sedi opportune. Ora basta infangare la nostra Associazione.

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