SOLFERINO 2010 – “Abruzzo un anno dopo, cosa abbiamo imparato” conclusa prima giornata dell'incontro

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Curcio (Protez. Civile): “La CRI punto di riferimento per la Protezione Civile”, Carmenati: “Per la Croce Rossa esiste un prima e dopo L’Aquila”, M.T.Letta: “Impegno in Abruzzo un esempio per tutti i volontari” Antonini: “A L’Aquila l’intervento è stato immediato”

“Fare il punto su quanto la Croce Rossa Italiana ha realizzato in Abruzzo, migliorare gli interventi e far conoscere a tutti, Società Nazionali in primis, come l’organizzazione si è mossa sui luoghi deldisastro”. Lo ha detto Leonardo Carmenati, capo dipartimento attività socio-sanitarie e operazioni di emergenza Croce Rossa Italiana, aprendo il convegno “Abruzzo un anno dopo, cosa abbiamo imparato”. L’evento si è svolto stamani presso il Museo Internazionale della Croce Rossa di Castiglione della Stiviere (Mantova).”In Abruzzo siamo intervenuti prima con l’assistenza sanitaria, poi con quella logistica: abbiamo utilizzato 14 campi e 5 ospedali da campo riuscendo così a dare in poche ore alloggio, vitto e vestiti a una popolazione che non aveva nulla – ha spiegato Maria Teresa Letta, Commissario Regionale CRI Abruzzo -. L’intervento ha quindi richiesto uno sforzo logistico e organizzativo notevole considerando che – ha continuato la Letta – abbiamo lavorato gestendo contemporaneamente aiuti che arrivavano in tutte le forme, dal denaro alle risorse materiali”. Il Commissario ha inoltre aggiunto che “l’attività della CRI svolta in Abruzzo deve fare da scuola a tutti i volontari che si preparano a intervenire nei luoghi d’emergenza sulla scorta dei principi proposti da Henry Dunant”. Fabrizio Curcio, direttore delle operazioni Protezione Civile, ha posto l’accento sull’importante collaborazione con la Croce Rossa Italiana, vero e proprio punto di riferimento per la Protezione Civile e preziosissima nella fase operativa in Abruzzo. Secondo il direttore “l’intervento realizzato è stato tempestivo perchè preceduto da una serie d’incontri che hanno permesso di fare un punto della situazione ancor prima che il terremoto si verificasse e la prova concreta – ha spiegato Curcio – è stato il coordinamento dei tantissimi volontari arrivati sul posto”. Il delegato della CRI per la Protezione Civile, Roberto Antonini, ha detto che “il lavoro fatto è riuscito grazie alla presenza continua dello staff e della ERU base camp che hanno reso possibile garantire una continuità nella quale si inserisce la discontinuità del volontariato”. Antonini ha evidenziato, inoltre, come “a 48 ore dalla tragedia erano già stati attivati più di 450 volontari e 27 ambulanze, a 14 mesi ci sono 11 mila volontari, 200 persone dello staff della Croce Rossa Italiana, 1 milione e 500 mila pasti distribuiti e la gestionedi 13 campi”. Il terremoto in Abruzzo è quindi stata una grande prova per la Croce Rossa Italiana, una vera e propria linea di demarcazione per la storia dell’associazione. Leonardo Carmenati ha infatti chiuso l’incontro affermando che “esiste una CRI prima e dopo della tragedia: un prima fatto di tanta volontà e voglia di imparare un dopo caratterizzato da una maggiore consapevolezza delle proprie forze che le hanno permesso di assumere un posto di rilievo all’interno del Movimento, di arrivare ad Haiti e di diventare un partner per l’organizzazione degli interventi della Croce Rossa edella Mezzaluna Rossa”.

  

  

          

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