Sisma, Finale Emilia: storie di salvataggi singolari e di volontari speciali

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Foto di Michele Belmondo/CRI

Salvataggi drammatici e interventi singolari. Un giornata di intensa attività quella del 20 maggio, raccontata da Paola Re, volontaria 31enne della Croce Rossa di Finale Emilia e capo equipaggio, in azione insieme con gli altri volontari CRI pochi minuti dopo la scossa di terremoto dell’alba. Quando la vita è appesa a un filo  “Alla fine di una giornata così intensa come quella del 20 maggio, la soddisfazione di essere stati d’aiuto a così tante persone è grande, ma certo lo è molto di più sapendo di aver contribuito a portare a buon fine il salvataggio di una vita umana”. Con grande entusiasmo e coinvolgimento Paola ripercorre uno dei primi, forse il più drammatico intervento di emergenza-urgenza messo in atto da un equipaggio della CRI di Finale Emilia, operativo pochi minuti dopo la scossa delle 4.04, in soccorso di un giovane malato di SLA. “Il paziente, di 45 anni, viveva attaccato ad un respiratore – racconta Paola – ma subito dopo la violenta scossa di terremoto in tutta la cittadina è saltata la corrente elettrica. Il respiratore, per la precisione un ventilatore polmonare insieme con un’altra macchina per l’aspirazione della saliva, hanno smesso di ricevere energia elettrica e non avevano che pochi minuti di autonomia per proseguire prima di cessare il funzionamento. Dopo la segnalazione Immediatamente ci siamo recati con il nostro equipaggio nella frazione rurale di Finale Emilia dove si trovava il paziente, lo abbiamo subito trasportato all’aperto e in prossimità di un prato siamo riusciti ad attaccarlo ad un generatore dei Vigili del Fuoco. Poi – conclude Paola – con non poche difficoltà, abbiamo approntato il trasporto in ambulanza e trasferito l’uomo all’ospedale di Beggiovara. Inutile descrivere la nostra contentezza…”. Salvataggio in “zona rossa”Dopo la violenta scossa di terremoto che all’alba del 20 maggio ha sconvolto l’Emilia Romagna, anche a Finale Emilia il centro storico ha guadagnato la triste etichetta di “zona rossa”, edifici danneggiati, crolli diffusi, strade invase di macerie. Qui, in un vecchio palazzo dal soffitto collassato, domenica 20 maggio i volontari del Comitato Locale della Croce Rossa e i Vigili del Fuoco, sono riusciti a raggiungere quel che restava della casa di un’anziana signora di 88 anni, malata di alzheimer e costretta a letto. “Quando siamo arrivati verso le 13 – racconta Paola – era spaventatissima, aveva lo sguardo atterrito ed era circondata da calcinacci, i vetri erano in frantumi, oggetti e mobili rovesciati e sparsi ovunque. La sua badante dopo la scossa era fuggita e l’aveva abbandonata lì da sola. Grazie ai Vigili del Fuoco che ci hanno preceduto creando un varco tra le macerie per farci passare, siamo riusciti ad arrivare dalla signora e a trasportarla in ospedale, dove è stata poi raggiunta dai familiari”.      Lucrezia Martinelli

  

  

          

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