San Giorgio di Nogaro (Udine), un convegno e una mostra dedicati all'Università Castrense
A San Giorgio di Nogaro (Udine) lo scorso 6 novembre si è svolto un convegno sul tema “Le ferite della guerra: studenti-soldato, medici, medicina e società civile nella grande guerra”, centrato sull’esperienza vissuta nella prima guerra mondiale dalla cosiddetta “Università Castrense”, la scuola medica da campo istituita nel 1916 proprio nella località della Bassa friulana. Tra i relatori il prof. Fulvio Salimbeni, docente di storia contemporanea all’Università di Udine ed il prof. Paolo Vanni, docente universitario e Delegato nazionale CRI alla storia della Croce Rossa. Nella stessa occasione è stato presentato il volume “Studenti al fronte. L’esperienza della Scuola medica da campo di San Giorgio di Nogaro” con l’intervento degli autori. A conclusione della giornata di studio, l’inaugurazione di una mostra fotografica e documentaria sull’Università Castrense, arricchita da uniformi e materiale sanitario d’epoca proveniente dalla collezione del Cap. com. CRI Fabio Zucconi. Tra i pezzi esposti, di particolare interesse, una giubba da capitano medico ed una da sergente del Corpo Militare CRI. La mostra può essere visitata sino al 28 novembre. Nel gennaio 1916 si istituirono a San Giorgio di Nogaro i “Corsi di medicina e chirurgia” per gli studenti del 5° e 6° anno di medicina che si trovavano sotto le armi. Propugnatore ed anima di questa importantissima ed unica iniziativa fu un Ufficiale medico del Corpo Militare della Croce Rossa, il tenente colonnello Giuseppe Tusini, che ebbe il sostegno della Duchessa Elena d’Aosta, Ispettrice nazionale delle Infermiere Volontarie, di Emanuele Filiberto di Savoia, Comandante della Invitta III Armata e del Comando Supremo nella persona del Generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore. Ebbe così origine la Scuola medica da campo, meglio nota come Università Castrense (dal latino “castra”, accampamento militare) che nel biennio 1916 – 17 fu una vera e propria “Università nazionale italiana” che vide la presenza di centinaia di militari-studenti, alcuni dei quali sarebbero diventati luminari e fautori di molti progressi della medicina italiana.