Rocca: in Pakistan resta drammatica la situazione umanitaria nel Paese

In questo tragico scenario, come ha confermato il Commissario Straordinario CRI Francesco Rocca in una intervista al quotidiano Avvenire del 1° settembre, si aggiungono purtroppo altri pericoli, come quello delle mine antiuomo

A più di un mese dall’inizio delle piogge monsoniche che hanno provocato le devastanti inondazioni in Pakistan, restano drammatiche le condizioni della popolazione. Sono 18 milioni le persone colpite dalle alluvioni e di queste circa 8 milioni hanno urgente bisogno di beni di prima necessità, come acqua potabile, cibo e medicinali, ripari d’emergenza, e 4,8 milioni i senza tetto. E mentre ci sono 800 mila persone ancora isolate, alle quali gli aiuti umanitari possono essere consegnati solo per via aerea, la situazione, ad eccezione di alcune zone nella Valle dello Swat, resta critica, come ha confermato il Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca in una intervista al quotidiano Avvenire del 1° settembre. “Non siamo affatto in fase di miglioramento – ha dichiarato Rocca ad Avvenire – . La rottura degli argini nella provincia del Sindh , con 100 villaggi allagati, lo dimostra. L’unico aspetto positivo è che gli aiuti, adesso, possono partire anche da Karachi, sia su elicottero che con convogli pronti ad affrontare decine di ore di viaggio”. In questo tragico scenario si aggiungono purtroppo altri pericoli, come quello delle mine antiuomo. “La zona dello Swat, ai confini con il Pakistan – ha spiegato Rocca – è piena. Ciò significa che appena si ritireranno le acque bisognerà bonificare il territorio perché saranno tutte risalite in superficie e sarà ancora più difficile localizzarle”.

  

  

          

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