RFL – Da Trapani a Verona: Chalondra di nuovo insieme al marito e alla figlia

Arrivata in Sicilia pochi giorni fa. Ha rischiato di perdere il bimbo. Presto rivedrà il resto della famiglia a Verona

  Sono le 9:00 del mattino di lunedì quando la nave Diciotti sbarca sul molo di Trapani con a bordo 518 persone. Tra loro c'è Chalondra.  

Sono le 9:00 del mattino di lunedì quando la nave Diciotti sbarca sul molo di Trapani con a bordo 518 persone. Tra loro anche sette salme, sette persone che non ce l’hanno fatta, sette persone che pur di fuggire da Paesi devastati da guerre e violenze hanno scelto, come gli altri 511 e le altre migliaia in questi anni, di rischiare la loro vita per cercare di avere un’esistenza dignitosa. Con loro il destino non è stato generoso.I compagni di viaggio più fortunati cominciano lentamente a sbarcare in un rispettoso silenzio. Per prime scendono le donne in gravidanza e tra loro c’è Chalondra (nome di fantasia): una grande pancia, un viso stanco e provato. Come gli altri compagni di viaggio indossa una tuta bianca intera che le è stata fornita dell’equipaggio per sostituire i loro vestiti bagnati. È scalza e un operatore CRI le porge un paio di scarpe. Lei accenna un sorriso ma i suoi occhi esprimono preoccupazione. Viene accompagnata al Posto Medico Avanzato: “Mentre eravamo sul barcone qualcuno è salito sulla mia pancia e da quel momento non sento più il bimbo muoversi nel mio grembo”, racconta Chalondra, che ha affrontato il lungo viaggio per raggiungere il marito e l’altra figlia di due anni, giunti in Italia diversi mesi fa. A bordo di un’ambulanza della CRI viene portata immediatamente in ospedale. Una volontaria rimane con lei e poco dopo avvisa i volontari ancora al molo che il bimbo di Chalondra sta bene e che, probabilmente, è una femminuccia. La notizia fa presto il giro degli operatori che gioiscono, come se da sempre avessero conosciuto quella donna e la sua storia, come se fosse una “di famiglia”.Oggi i volontari della CRI e il personale del servizio Restoring Family Links sono tornati dalla donna per raccogliere informazioni utili e rintracciare il resto della famiglia.“Sono arrivati in Italia quasi un anno fa”, riferisce la donna al nostro personale. Dalle prime, sommarie informazioni raccolte forse sarebbero a Verona. Si tenta magari con una certa presunzione di suggerire al destino un finale diverso.Così si attivano le ricerche tramite la rete di Croce Rossa e le autorità. Fortunatamente, il lavoro è breve e presto si arriva ad un numero di telefono. “Quando il marito ha risposto al telefono, gli occhi di Chalondra si sono riempiti di commozione e gratitudine”, rivelano i volontari del Comitato di Trapani, in ospedale per assistere Chalondra. I volontari che erano con lei si sono sentiti appagati e riconoscenti. Riconoscenti perché questo semplice connubio d’amore, spesso per noi scontato, oggi ha dato un senso al coraggio di tutte quelle persone che hanno rischiato la loro vita per una prospettiva migliore.(a cura del Comitato CRI di Trapani)

 
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