Potenza, CRI Basilicata ospita due famiglie di migranti in fuga dalla Libia

Potenza, due volte in fuga, due volte accolti. Dalla Nigeria alla Libia, dalla Libia a Lampedusa, da Lampedusa all’Italia, a Potenza

 Due famiglie africane, due storie che si perdono nel silenzio che raschia l’anima e arrivano sul fondo degli occhi, ghiaccio sullo stomaco e bile che non riesce a sciogliersi. Vite da profughi, gente che si sente ancora in fuga, come staccata da se stessa, che si aggrappa agli odori di casa, blandamente riprodotti nella foresteria della Croce Rossa, persone sempre in cerca di nuovi approdi, forse convinte di non trovarli mai veramente, forse per sempre.Prima fuggivano dalla Nigeria, dalla miseria e dalla fame. Sono approdati in Libia, hanno trovato lavoro nelle fabbriche del colonnello Gheddafi, dopo una traversata del deserto, mare di sabbia, mare d’acqua. Stavano bene, credevano di poter costruire il futuro. A loro interessava lavorare, lavorare e crescere i figli.Poi in Libia è arrivata la guerra, la rivoluzione, l’incertezza. Sono fuggiti di nuovo, si sono uniti alla prima ondata di disperati, sono approdati a Lampedusa, nei centri di accoglienza e nelle cloache a cielo aperto, dove il tanfo e la polvere oscurano il sole. Hanno fatto la fila per l’acqua, il cibo e per le docce, con i bambini al seguito. Poi hanno fatto richiesta d’asilo, la pratica è in corso. Sono stati smistati a Potenza, che li ha accolti. Da maggio, due famiglie, otto persone, quattro bambini e uno in arrivo, hanno ricostruito un’idea di fuoco, un’idea di casa, nella foresteria della  Croce Rossa di Potenza, nel rione Sant’Antonio la Macchia, curati e accolti da Infermiere, Volontari e Giovani della Croce Rossa.Subito è partita la catena di solidarietà, un silenzio che si riempie e si espande, cose, persone, gesti.  Ma un’idea di casa è anche un’idea di scuola. Allora?Allora dall’8 ottobre per due bambini africani si aprono le porte della scuola delle suore canossiane, sezione Primavera, nel rione Santa Maria di Potenza. Dietro questo ulteriore gesto di concreta accoglienza, c’è l’impegno di tutti, di chi ha operato e di chi ha lavorato. In prima linea fin dal primo momento ci sono sempre stati i volontari della Croce Rossa lucana. “Un lavoro di squadra molto proficuo” afferma il Commissario regionale della Croce Rossa di Basilicata, Anna Maria Scalise, che ha fortemente voluto un lavoro sinergico, mettendo in contatto tutti gli attori di questa operazione; Madre Antonella, la direttrice della scuola delle Canossiane, non si è nascosta le difficoltà, ma ha accettato la sfida. Non si chiude mai la porta a chi soffre. C’era un bambino una volta, fuggito in Egitto…Il Sindaco Vito Santarsiero, si è impegnato a fondo per arrivare a questo risultato. L’assessore all’Istruzione Giuseppe Messina ha curato la parte operativa. È intervenuto anche il Dirigente alla Mobilità Mario Restaino. Ora le famiglie dei migranti possono usare anche il bus per accompagnare i bambini a scuola. “Diceva un vecchio redattore che le buone notizie non fanno notizia – chiosa la Scalise – ma le buone notizie esistono e hanno gli occhi dei bambini o di chi bambino ridiventa e li abbraccia”. Già, le buone notizie, come questa che meritano un grazie a tutti.Michele Pacciana

  

  

             

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