Più di 5200 migranti nei porti del sud Italia. La Croce Rossa li ha accolti in Sicilia e in Calabria

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Foto @AlessiaLai

Più di cinquemila migranti sono arrivati nei porti di Sicilia e Calabria nella sola giornata di domenica. In poche ore, ad Augusta, Catania, Palermo, Trapani, Pozzallo, Porto Empedocle, Reggio Calabria e Crotone sono sbarcate 5271 persone tratte in salvo dal dispositivo Triton nella giornata precedente. In ogni porto la Croce Rossa italiana era presente con i suoi volontari, medici, operatori e infermiere volontarie, che hanno accolto i migranti mettendo a loro disposizione scarpe, abiti, acqua, cibo e assistenza medica in supporto al personale Usmaf. Le condizioni climatiche favorevoli hanno portato migliaia di persone a tentare la traversata su mezzi precari, ma è sempre una corsa contro l’ignoto, contro la variabilità delle condizioni meteo. Il tempo sta infatti rapidamente cambiando e alcune imbarcazioni sono state soccorse mentre erano già in difficoltà a causa del mare sempre più agitato. Tra i migranti sbarcati a Porto Empedocle, molti sono stati soccorsi mentre la loro imbarcazione iniziava a soccombere alle onde, arrivando in porto con gli abiti completamente bagnati, stremati da freddo, fame e sete. Per una delle donne che viaggiavano su uno dei gommoni in difficoltà purtroppo non c’è stato nulla da fare già all’arrivo del dispositivo di soccorso in mare. Tra i suoi familiari superstiti G.,che, tremante per il freddo e la fatica,  ha raccontato di venire dalla Nigeria. Faceva il falegname e il tappezziere e da cristiano è dovuto fuggire a causa dell’instabilità creata nel suo paese dai seguaci dell’Islam radicale. Per cercare una vita al riparo da violenze e minacce ha rischiato, assieme alla sua famiglia, di annegare nel Mediterraneo. E ha visto morire una persona a lui vicina, fuggita per le stesse ragioni, con le stesse aspettative. “Non voglio dover cambiare la mia religione, voglio solo una vita tranquilla”. Il primo contatto, per G. come per gli altri migranti, è stato con i mediatori culturali della Croce Rossa: per chi viene da lontano, la possibilità di comunicare, di ricevere e dare informazioni importanti è fondamentale. “Da dove vieni? Come ti senti? Hai problemi di salute?” Poche domande nella lingua che parlano. La possibilità di raccontare e raccontarsi, la sensazione di non sentirsi persi.  

  

  

          

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