Nepal, la terra continua a tremare. Le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana operative in prima linea
Assistenza sanitaria durante un’evacuazione medica
Si trovano attualmente a Bidur, nel distretto del Nuwakot, le quattro Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, partite nei giorni scorsi per il Nepal per dare supporto sanitario alla popolazione colpita dal sisma. Poche ore dopo il loro arrivo a Kathmandu hanno dovuto affrontare l’emergenza della nuova forte scossa del 12 maggio, di magnitudo 7.3. Le Crocerossine, specializzate in area critica, nei primi giorni hanno operato nel campo allestito dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Martedì 12 maggio, il giorno in cui si è verificata la forte scossa, si sono recate con il team della Federazione e altro personale sanitario, in alcune zone impervie vicino all’epicentro, raggiunte solo dopo un lungo viaggio e un volo in elicottero; di loro però non si sono avute più notizie per almeno 36 ore. Ristabiliti i contatti, tutt’ora difficoltosi, le Infermiere Volontarie hanno fatto sapere che stanno bene ma sono stati momenti drammatici.
L’area allestita all’esterno dell’ospedale di Bidur, inagibile dopo il sisma
Tre giorni passati senza acqua né cibo, dormendo in terra, con a disposizione soltanto la dotazione del kit di sopravvivenza. Tutto questo tra le sofferenze dei nuovi feriti, crolli e macerie ovunque. Un nuovo viaggio, quindi, con La Federazione verso Kathmandu, il tempo di prendere qualche oggetto indispensabile e poi di nuovo a Bidur, dove le Sorelle stanno ora lavorando senza un attimo di tregua in una equipe traumatologica, fianco a fianco con la Federazione, la Croce Rossa nepalese, la Croce Rossa del vicino Bhutan, quella della Gran Bretagna. A Bidur, dove l’ospedale locale è stato gravemente danneggiato dal sisma ed è inagibile, è stato allestito al suo esterno un ospedale da campo. La situazione umanitaria è difficile, le case sono in pezzi ma la popolazione continua a viverci dentro; il cibo non manca ma i costi dell’acqua potabile sono proibitivi. Fortunatamente il presidio campale è provvisto di tutto il necessario: medicinali, forniture mediche, attrezzature della Protezione Civile italiana.Le Infermiere, delle quali una è medico specializzato in ostetricia e ginecologia, cercano insieme con il personale sanitario di intervenire ovunque ce ne sia bisogno. I pazienti presentano per lo più traumi da schiacciamento, fratture, lacerocontusioni. Le professionalità più richieste sono quelle inerenti la riabilitazione fisica e tra le specialità mediche, quella materno-infantile.La missione delle Crocerossine durerà circa 40 giorni ed è la prima risposta della Croce Rossa Italiana all’emergenza sanitaria in Nepal.
Macerie nel reparto materno infantile dell’ospedale di Bidur
Intanto è salito ad almeno 110 morti e 2.763 feriti il bilancio della nuova scossa del 12 maggio. Secondo i dati forniti dal Centro nazionale per le operazioni di emergenza i morti del sisma del 25 aprile sono 8.199, mentre i feriti sono 17.867. E la terra continua a tremare. Proprio ieri, 14 maggio, una nuova scossa di magnitudo 4.9 ha colpito ancora il Paese, a 65 km ad ovest di Kathmandu.