“Mettersi in gioco in prima persona”: a Roma si è concluso con successo il 2° Workshop dedicato all'Anno europeo del Volontariato

Foto di Riccardo Menon/Croce Rossa Italiana
Mukesh Kapila. Foto di Riccardo Menon/Croce Rossa Italiana

Si è svolto il 25 ottobre a Roma il 2° Workshop “Mettersi in gioco in prima persona”, organizzato da Croce Rossa Italiana in occasione dell’Anno Europeo del Volontariato. L’incontro, tenutosi presso la sede centrale CRI, è stato moderato da Patrizia Ravaioli, Direttore Generale di Croce Rossa Italiana, che è intervenuta approfondendo con i singoli relatori i diversi argomenti. Oltre ai numerosi partecipanti, sono intervenuti Francesco Rocca, Commissario Straordinario di Croce Rossa Italiana, Mukesh Kapila, Sottosegretario Generale della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa – Dipartimento National Society and Knowledge Development, Lorella Cuccarini, dell’Associazione Trenta Ore per la Vita, Danilo Giovanni Festa, Direttore Generale per il terzo settore e le formazioni sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Titti Postiglione, Dirigente di Protezione Civile, Marco Traversi, Presidente di Italian Social Innovation Network, Roberto Randazzo, professore e avvocato per il settore Non Profit dell’Università Bocconi, Maria Guidotti Presidente dell’Istituto Italiano Donazione. “E’ molto importante riflettere su cosa questi 100 anni di Croce Rossa ci hanno dato – ha sottolineato Mukesh Kapila – soprattutto per guardare avanti e non tornare indietro. Essere troppo attaccati al passato non ci fa progredire. Ogni giorno ci sono nuovi rischi, nuove vulnerabilità e dobbiamo essere pronti al cambiamento per poterli affrontare al meglio. E’ proprio celebrando l’Anno Europeo del Volontariato che non dobbiamo accontentarci di quanto fatto: possiamo fare meglio, andare oltre sempre di più. Dobbiamo essere pronti per i prossimi 100 anni”.Danilo Giovanni Festa è intervenuto invece sul valore sociale del volontariato, un valore difficile da misurare in termini concreti “ma che certo – ha detto – contribuisce a creare un mondo dove c’è più fiducia tra le persone”. Titti Postiglione, intervenendo sul volontariato e la protezione civile, ha ricordato lo straordinario lavoro compiuto assieme da Protezione Civile e CRI in occasione dell’emergenza Abruzzo. “Con Croce Rossa Italiana  – ha detto – siamo in grande sintonia. Non c’è operazione di Protezione Civile in cui non ci sia Croce Rossa Italiana a fianco. La grandezza di Protezione Civile è che è un sistema coordinato, complesso, ma di straordinaria efficienza. Il volontariato di Protezione Civile nasce nel 1966 in dell’alluvione di Firenze, poi ci sono stati il Belice, l’Irpinia, tutte emergenze che hanno portato ad una maturazione del volontariato, rendendolo organizzato e responsabile, capace di integrarsi in sistema grazie anche all’addestramento, alla specializzazione, alla organizzazione. La passione va combinata con la specialità. La prevenzione poi è fondamentale e anche il volontariato ha un ruolo indiscutibile facendo da collante tra le istituzioni e il cittadino. E’ un volontariato distribuito, capace di far crescere la resilienza sul territorio, è l’investimento del futuro”.Sono poi intervenuti Marco Traversi sul  tema dell’innovazione sociale nell’azione sociale e collettiva e Roberto Randazzo su welfare tra tradizione e innovazione. Maria Guidotti ha sottolineato quanto la fiducia sia un elemento che induce a donare, per cui è necessaria una sempre maggiore trasparenza e capacità da parte delle organizzazioni di volontariato di rendere conto di ciò che si fa.

  

Foto di Riccardo Menon/Croce Rossa Italiana
Patrizia Ravaioli e Lorella Cuccarini. Foto di Riccardo Menon/Croce Rossa Italiana

Lorella Cuccarini ha descritto la propria esperienza di volontaria con l’associazione Trenta Ore per la Vita, di cui è stata fondatrice nel 1994 con un gruppo di amici e che ha rappresentato nel suo genere un’innovazione. “Ho sempre pensato che la tv non dovesse assolvere solo ad una funzione di intrattenimento, ma che dovesse avere anche una funzione sociale – ha detto la Cuccarini – . La grande sfida è stata proprio quella di intraprendere una raccolta fondi attraverso la tv, considerando soprattutto il donatore.  Abbiamo verificato i progetti, la trasparenza e in questo ritengo che il bene più prezioso che abbiamo costruito negli italiani sia la fiducia, fondamentale per il donatore. Dal punto di vista umano e personale questa esperienza nel volontariato è stata la cosa più bella che ho fatto. Anche nella Campagna di quest’anno a fianco della CRI per la diffusione dei defibrillatori abbiamo rilevato l’importanza della diffusione della cultura della prevenzione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Mi auguro che con CRI questa collaborazione continui, perché possiamo fare ancora molto e senz’altro meglio”.  Nella seconda parte dei lavori la parola è passata ai rappresentanti delle componenti volontaristiche di CRI. Sono intervenuti Gabriele Lupini, Ispettore Nazionale Corpo Militare CRI, Francesca Arru in rappresentanza del Corpo Nazionale Infermiere Volontarie CRI, Santa Fizzarotti Selvaggi, Commissario Nazionale Comitato Nazionale Femminile, in video Rosario Valastro, Ispettore Nazionale Pionieri, Maria Vittoria Torresi, Commissario Nazionale Donatori Sangue, Roberto Antonini, Commissario Nazionale Volontari del Soccorso.

  

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Francesco Rocca e Santa Fizzarotti Selvaggi. Foto di Riccardo Menon/Croce Rossa Italiana

“Speaking with one voice è uno degli slogan di quest’incontro – ha detto Francesco Rocca – e una delle sfide principali che mi sono posto all’inizio del mio mandato è quella di agire come Croce Rossa come una sola componente, un unico gruppo diviso solo nelle attività. La Croce Rossa è prima di tutto un’associazione di volontariato, poi un ente pubblico. La grande scommessa è salvare vite cambiando mentalità, come afferma la Strategia 2020 della Federazione. Guai quindi, come ha sottolineato anche Mukesh Kapila, a gloriarci del passato, troppo spesso siamo state vittime dell’autoreferenzialità. Oggi dobbiamo rimetterci in gioco e dobbiamo farlo soprattutto pensando che senza costruire una rete sul territorio non si va avanti. La capillarità sul territorio della Croce Rossa Italiana consente di dare risposte immediate sapendo fare la differenza. E soprattutto dobbiamo farlo capire alle istituzione e agli enti locali. Sul territorio infatti troppo spesso il volontariato è vittima del campanile. Il suo ruolo invece può essere anche quello rappresentare uno stimolo e una denuncia nei confronti delle istituzioni locali. Dobbiamo essere capaci di provvedere ai bisogni della comunità e nello stesso tempo di portare avanti le istanze del territorio”. “Stiamo portando avanti una riforma della Croce Rossa Italiana  – ha concluso Rocca – che prevede la privatizzazione dei Comitati locali, ciò significa maggiore responsabilità per i Comitati stessi, significa sapersi dare una migliore organizzazione. Il secondo passaggio fondamentale di questa riforma è che per la prima volta i volontari ‘dal basso’ scriveranno il loro statuto, con compiti, organizzazione e altro. Ciò avverrà nel corso del prossimo anno in cui dobbiamo essere pronti a raccogliere le sfide del futuro”. Nel corso della mattinata gli operatori CRI specializzati in Soccorsi con Mezzi e Tecniche Speciali (SMTS) hanno effettuato simulazioni di soccorso, insieme con i Truccatori della Croce Rossa Italiana, gli operatori del servizio “CRI in Bici” e quelli specializzati nelle manovre di disostruzione pediatrica. All’esterno della sede sono stati esposti anche automezzi d’epoca e volontari con divise storiche del Corpo Militare e delle Infermiere Volontarie.

       

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